Milano, dalla Diocesi quasi 3 milioni di euro a parrocchie bisognose: ecco quali sono

Dal 2016 accolte le richieste di 14 realtà parrocchiali su 60 casi presi in esame. La Commissione diocesana traccia il bilancio del Fondo di Perequazione, come funziona e a chi sono destinati gli aiuti

Un prete

Un prete

Quasi tre milioni di euro in favore di 14 parrocchie bisognose tra le 1.107 presenti sul territorio. A tanto ammonta la somma distribuita dalla Diocesi dal 2016 a oggi e resa nota dalla Commissione diocesana, presieduta da don Luca Violoni. Il Fondo di Perequazione nato "con l'obiettivo di far crescere nella comunità diocesana la sensibilità e la mentalità di comunione in relazione anche ai beni materiali" è stato istituito l'11 aprile 2016 un decreto dell'allora arcivescovo di Milano Angelo Scola, nella consapevolezza che le parrocchie della Diocesi vivono situazioni molto differenti tra loro, per patrimoni ed entrate correnti.

Sono 60 i casi presi in esame dalla Commissione (34 nel primo mandato e 26 nel secondo). Nel dettaglio, sono stati 14 gli interventi risolutivi, per un totale di 2 milioni e 930 mila euro. Altre 10 richieste, che richiedevano uno sguardo più ampio sulla situazione giuridico-economica delle realtà ecclesiali, sono state trasferite all'Ufficio Parrocchie della Curia. L'analisi dei dati ha poi fatto emergere altri possibili 36 casi, ma, dopo una approfondita valutazione, la Commissione ha ritenuto di non ipotizzare alcun intervento. Il numero più alto di interventi è relativo alla Zona pastorale VI (Melegnano), con 5 casi, seguita dalla Zona I, ovvero la città di Milano (4 interventi); nella Zona II (Varese) sono stati fatti 2 interventi, nella III (Lecco), nella V (Monza) e nella VII (Sesto San Giovanni) un intervento, mentre nella Zona IV (Rho) non si è reso necessario nessun intervento.

"Le risorse distribuite sono state raccolte anzitutto grazie alle cosiddette 'tasse decreto' – spiega la Diocesi –, ovvero contributi richiesti alle parrocchie in occasione di entrate straordinarie (donazioni, lasciti, vendite di immobili), che in parte vengono condivisi grazie a una redistribuzione governata dalla Diocesi. Il metodo di valutazione delle richieste messo a punto dalla Commissione diocesana risponde ad alcuni principi che hanno a che fare con criteri di gravità, giustizia ed efficacia. Gli interventi di aiuto devono cioè essere attivati solo in caso di gravi situazioni in termini debitori e/o di deficit annuale; inoltre, gli aiuti devono avere buone possibilità di rivelarsi efficaci e devono rappresentare un investimento sulle prospettive pastorali delle realtà ecclesiali coinvolte. Non servono quindi solo alla mera risoluzione di una problematica economico-finanziaria – conclude la Diocesi – , ma hanno sempre un profilo educativo per le comunità cristiane che donano e che ricevono".