NICOLA PALMA
Cronaca

Agguato sotto casa in via Marsala: caccia ai sicari nelle telecamere. La fuga a piedi in direzioni diverse

Milano, indagine della Squadra mobile sull’aggressione a colpi di pistola: quarantaduenne sentito in Procura. I due uomini potrebbero aver agito su commissione di una terza persona per questioni legate ai soldi

Le indagini della polizia sono partite dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere

Le indagini della polizia sono partite dall’analisi delle immagini registrate dalle telecamere

Milano – Il quarantaduenne cinese S.Z. è stato dimesso con una prognosi di 15 giorni. E ieri pomeriggio è stato sentito in Procura per ricostruire l’agguato che poteva costargli la vita, andato in scena qualche minuto prima della mezzanotte di mercoledì sotto casa in via Marsala. In due, coi volti parzialmente coperti dalle visiere dei cappellini, lo hanno fronteggiato in strada; poi uno gli ha sparato per due volte a distanza ravvicinata, per fortuna non in maniera letale. L’uomo, col volto coperto di sangue, ha chiesto aiuto ai titolari di un locale di corso Garibaldi ed è stato poi soccorso dai sanitari di Areu: rimasto sempre cosciente, in ospedale i medici hanno estratto i pezzi di ogiva dalla nuca e dalla tempia sinistra.

L’indagine degli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Domenico Balsamo, è partita dall’analisi delle numerose telecamere di videosorveglianza installate nella zona in cui è avvenuto il raid, vicino ai locali di largo La Foppa: stando alle prime informazioni, i due uomini si sono separati subito dopo il blitz a mano armata, scappando a piedi in direzioni diverse e presumibilmente verso piazza XXV Aprile in un caso e verso via Milazzo nell’altro. Resta da capire se gli aggressori si siano poi riuniti a un certo punto e se abbiano utilizzato un’auto (con un terzo complice a bordo?), magari parcheggiata in un punto lontano da via Marsala. Gli occhi elettronici potrebbero aver ripreso la fuga, catturando particolari che potrebbero rivelarsi decisivi per identificare i sicari.

Sicari sì, perché l’impressione è che chi è entrato in azione lo abbia fatto su commissione di qualcun altro, che a sua volta aveva un conto in sospeso con S.Z.: la pista più battuta sembra condurre all’ambiente lavorativo del quarantaduenne e in particolare a un possibile dissidio per motivi economici. L’ipotesi dei soldi, insomma, resta quella privilegiata al momento. Così come resta in piedi un altro scenario: che gli sconosciuti volessero solo intimidire e non uccidere il cinese, ma che la sua veemente reazione al primo tentativo di bloccarlo abbia cambiato i piani di chi gli stava davanti.