ANDREA GIANNI
Cronaca

Capotreno aggredito col machete, condanne definitive per tre ragazzi della gang MS13

L'aggressione a Villapizzone: "Ricordo indelebile"

L’aggressione ripresa dalle telecamere installate sul convoglio

Milano, 24 marzo 2018 - Il 20enne salvadoregno Josè Ernesto Rosa Martinez, che sferrò il colpo di machete, aveva rinunciato al ricorso. Per altri due giovani, Jackson Lopez Trivino detto “Peligro” e Andres Lopez Barraza, la Cassazione si è espressa ieri dichiarando «inammissibile» la loro richiesta di annullare le sentenze. Diventano quindi definitive le condanne dei tre ragazzi, appartenenti alla gang MS13, accusati di tentato omicidio per la terribile aggressione avvenuta l’11 giugno 2015 alla fermata di Villapizzone, a Milano, quando il capotreno Carlo Di Napoli, mentre stava effettuando un controllo di routine venne colpito con un machete e rischiò di perdere un braccio. E un collega, Riccardo Magagnin, intervenuto in sua difesa fu preso a calci e pugni. «Con questa sentenza della Cassazione si chiude un periodo doloroso della mia vita - spiega Di Napoli che, assistito dall’avvocato Luca Ponzoni, si è costituito parte civile - ringrazio Trenord per il supporto che ci ha dato in questi anni».

Di Napoli è tornato al lavoro, si occupa di formazione. Ma i problemi non sono finiti, perché nei prossimi giorni dovrà sottoporsi a una nuova operazione. Ed è indelebile il ricordo dell’aggressione, ripresa dalle telecamere. Nel processo di primo grado con rito abbreviato Martinez, il ragazzo che sferrò il colpo di machete, fu condannato a 14 anni. Per Trivino, che avrebbe picchiato il ferroviere Magagnin (anche lui parte civile, assieme a Trenord), la pena più alta, 16 anni, pagando la scelta di negare le sue responsabilità. A Barraza, ritenuto il proprietario del machete, furono inflitti 11 anni e 4 mesi. Altri tre ragazzi, invece, furono assolti. Le pene, poi, sono state ridotte nel processo d’appello, scontando due anni a testa per l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. E, infine, confermate dalla Cassazione.