REDAZIONE MILANO

Aggressione antisemita. Ci sono quattro indagati. Anche l’uomo con la kippah

Elie Sultan e suo figlio di sei anni erano stati insultati nell’area di sosta di Lainate. Tre palestinesi accusati di percosse aggravate dall’odio razziale. Denunciato per lesioni il francese che riprese la vicenda in un video.

Le immagini del filmato de. ll’aggression. e a Lainate nel video registrato dal turista

Le immagini del filmato de. ll’aggression. e a Lainate nel video registrato dal turista

di Anna Giorgi e Nicola Palma MILANO Sono tutti indagati per l’aggressione del 27 luglio scorso all’autogrill di Lainate (Milano): la famiglia, padre e madre palestinesi, il figlio nato a Milano, e un 52enne francese di religione ebraica Elie Sultan, che indossava la kippah, con lui anche il figlio di sei anni. Presunti aggressori e presunti aggrediti, d’altra parte iscrivere tutti e quattro è l’unico modo di accertare nei dettagli che cosa è avvenuto, chi ha aggredito chi, chi ha solo risposto alle provocazioni e avendole subite, si è ribellato. Quindi, ad oggi ci sono quattro iscritti nel registro degli indagati da parte dell’aggiunto Eugenio Fusco. Il francese di religione ebraica, in Italia per fare visita alla primogenita che vive a Milano con il marito, è indagato per lesioni aggravate dall’odio razziale. Sono indagate, invece, per percosse aggravate dall’odio razziale le tre persone palestinesi, non risulta che gravitino nell’area dei manifestanti propal, che avrebbero insultato e colpito il francese durante la lite all’autogrill Villoresi Ovest. L’inchiesta deve tener conto, quindi, delle due versioni: quella fornita dai palestinesi, che tramite l’avvocato Federico Battistini hanno presentato una querela per lesioni nei confronti del cinquantaduenne che li accusa a sua volta.

La famiglia palestinese era certamente presente nella prima fase, quando il turista, entrato nell’area di sosta per accompagnare il figlio di 6 anni in bagno, sarebbe stato preso di mira perché indossava la kippah, ha poi iniziato a riprendere la scena col cellulare e immortalato i volti di chi gli stava vicino e registrato pure le frasi "Free Palestine" e "Assassini, qui non siamo a Gaza". Poi, però, la scena si è spostata al piano di sotto, nella zona delle toilette non coperta da alcuna telecamera: lì, secondo il suo racconto, il turista è stato circondato dalla famiglia, che gli avrebbero chiesto più volte di cancellare il filmato, e poi, di fronte al suo diniego, lo avrebbe preso a calci. Gli investigatori stanno analizzando i fotogrammi registrati dagli altri occhi elettronici installati nell’autogrill, in particolare quelli che puntano sulle scale che portano al piano -1: quei frame potrebbero rivelarsi decisivi per capire chi sia sceso nell’area dei bagni subito dopo il cinquantaduenne, aldilà dei racconti.

Al setaccio anche le telecamere a presidio del parcheggio esterno, che hanno ripreso le targhe delle auto sulle quali sono saliti il francese con il figlio di sei anni e la famiglia palestinese. "Il 52enne di religione ebraica che lamenta di essere stato vittima dell’aggressione è in realtà stato il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, colpevole di avergli chiesto solo di cancellare il video, in quanto lesivo della propria privacy, ed è stato il primo a scagliare un pugno al volto di uno dei fratelli", così spiega l’avvocato Battistini. "I tre palestinesi - prosegue l’avvocato - si sono poi recati in pronto soccorso, dove sono state diagnosticate lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse". Mentre il francese dice di essersi medicato da solo e di non aver avuto bisogno dell’ospedale.

Intanto, ieri mattina due donne di origine ebraica, madre e figlia, hanno trovato sulla porta di casa, in uno stabile a Milano, due svastiche e la scritta "Ebrei bastardi". Le vittime del raid antisemita hanno denunciato l’accaduto agli investigatori della Digos, che hanno subito avviato gli accertamenti per risalire agli autori.