“A Milano affitto negato ai gay”: la denuncia dell’imprenditore Andrea Papazzoni. Cosa è successo e la replica dell’agenzia

Il video social dell’ex discografico è diventato virale: “Documenti in regola e redditi più che adeguati. Ci hanno detto che vogliono persone più tradizionali”

Uno scorcio di via Imbonati. A destra, Andrea Papazzoni

Uno scorcio di via Imbonati. A destra, Andrea Papazzoni

Milano – “Preferiamo affittare a persone che hanno orientamenti sessuali più tradizionali”. Tradotto: non si affitta ai gay. Così l’imprenditore Andrea Papazzoni, 34 anni, ex discografico e gestore di due B&B, ha denunciato sui social l’episodio di discriminazione di cui è stato vittima, insieme al suo compagno, nel far west del mercato delle locazioni a Milano. “L’agenzia immobiliare sostiene che il rifiuto della proprietaria di affittarci la casa dipende dai nostri lavori, ma è una scusa: la nostra solidità economica è ben oltre le garanzie richieste per quell’immobile. E i documenti che abbiamo consegnato lo dimostrano senza ombra di dubbio”. 

Il racconto 

Papazzoni ripercorre con Il Giorno le tappe della vicenda: “Abito a Milano da molti anni e sia io che il mio compagno abbiamo una casa di proprietà. Avendo però preso con noi due bassotti ci siamo messi alla ricerca di una casa più grande, con uno spazio esterno più adatto alle loro e alle nostre esigenze. Nella nostra ricerca ci siamo imbattuti in questo immobile in zona Maciachini che era perfetto: casa indipendente in un cortile interno, due piani, piccolo giardino, terrazzo. L’ideale per noi”. 

I documenti e la proposta

La casa quindi va bene e Papazzoni vuole accelerare i tempi, anche perché per riuscire ad accaparrarsi una casa in affitto a Milano bisogna battere un numeroso e agguerrito esercito di contendenti. “Dico subito all’agenzia che la casa va bene, voglio affittarla. Porto tutti i documenti in agenzia, verso la caparra e la commissione per gli intermediari, e firmo la proposta. L’agente mi dice anche che aveva fatto nel frattempo una visura sulle mie società e che, effettivamente, la posizione economica è solidissima. Sono sollevato e felice: finalmente abbiamo la casa che volevamo”.

Il rifiuto

Dopo qualche giorno però la sorpresa. “Mi richiama l’agenzia e mi dice che il contratto non può essere stipulato perché la proprietaria dice che vuole orientarsi su persone ‘più tradizionali’. Rimango basito e chiedo spiegazioni: ‘In che senso tradizionali?’. L’agente mi parla di ‘lavori tradizionali’ sottolineando la poca affidabilità di ‘voi dello spettacolo’, riferendosi probabilmente alla mia attività di discografico. Peccato che la mia dichiarazione dei redditi dica tutt’altro e cioè che economicamente non ci sono proprio rischi. Avendo, oltre alla società che gestisce dei B&B, anche una casa di proprietà a Milano e due a Roma. Dietro la parola ‘tradizionale’ si nasconde quindi una discriminazione di altro tipo. E le centinaia di commenti che ho ricevuto sotto il mio post di denuncia, in cui tantissime persone raccontano di come sono state discriminate proprio quando volevano affittare casa, me lo conferma”.

La versione dell’agenzia

Il caso e la denuncia di Papazzoni è esploso sui social: il video è diventato virale e ha raccolto migliaia di like e commenti. L’agenzia immobiliare ha contestato la ricostruzione sostenendo invece che l’orientamento sessuale non c’entra con la decisione della proprietà dell’immobile.  "Siamo venuti a conoscenza del reel pubblicato riguardante la nostra agenzia e vogliamo chiarire la nostra posizione – spiegano i titolari dell’agenzia Tecnorete Maciachini – Il tema  dell'orientamento sessuale del cliente non è stato oggetto discussione, nè con lo stesso nè con la proprietà. Siamo impegnati a fornire un servizio equo e professionale a tutti i nostri clienti, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, genere, etnia o religione. Ci impegniamo a lavorare attivamente per mantenere e migliorare i nostri standard di inclusività e rispetto”. 

La replica di Papazzoni

Alla spiegazione dell’agenzia ha replicato infine Papazzoni: “Ho la fortuna di essere una persona mediamente felice e benestante, con un compagno stupendo e un ottimo lavoro. Non ho bisogno, né cerco, alcuna visibilità. Semmai sono contento di aver dato risalto alla discriminazione che subiscono tutte le persone ‘non tradizionali’, per usare la parola che hanno usato con me. Persone che magari non hanno né la forza né l’occasione di denunciare quanto subiscono”.