ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Adulta, italiana, madre e autonoma. L’identikit della donna maltrattata

Rho, in aumento le richieste di aiuto nei primi sei mesi del 2024. "Buon segno, c’è più consapevolezza"

Adulta, italiana, madre e autonoma. L’identikit della donna maltrattata

Su 94 contatti, 54 le donne prese in carico, tredici gli iter di accoglienza avviati

Novantaquattro richieste di aiuto nel primo semestre del 2024, in aumento rispetto allo scorso anno (164 in tutto l’anno). Novantaquattro donne maltrattate che hanno contattato il Centro antiviolenza Hara di Rho o Bollate per chiedere aiuto: 54 sono state prese in carico, per 13 di loro è stato avviato un progetto di accoglienza. I numeri sono stati resi noti nel corso dell’assemblea degli aderenti alla rete territoriale antiviolenza “Nemmeno con un fiore“ alla quale, nella stessa occasione, hanno aderito tre nuove realtà: l’associazione “L’ora blu“, la cooperativa sociale “Il grillo parlante“ e l’azienda Sew-Eurodrive.

A tracciare l’identikit delle persone che si sono rivolte ai centri è Paola Sassi responsabile del progetto. Le donne sono venute a conoscenza del Centro antiviolenza per lo più da parenti e amici o quando si sono recate in pronto soccorso dopo aver subìto violenza. Alcune situazioni sono state segnalate dalle forze dell’ordine, altre dal servizio nazionale 1522. "Sessanta gli accessi spontanei, segno di una volontà di uscire dall’incubo in cui si sta vivendo", spiega Sassi. La maggior parte delle donne (23) ha tra i 40 e i 49 anni; altre 18 hanno dai 50 ai 59 anni. Ma ci sono anche donne giovani: 18 quelle di età compresa tra i 18 e i 29 anni, 19 quelle dai 30 ai 39. Quattro casi coinvolgono persone dai 60 ai 69 anni. La maggior parte (72 su 94) sono donne italiane. Cinque le donne di nazionalità peruviana, tre dell’Ucraina e tre dell’Ecuador. Cinquanta hanno un lavoro stabile, 5 sono studentesse, 13 disoccupate in cerca di impiego. Ben 65 dicono di avere autonomia economica, 24 dipendono dal compagno/marito. La maggior parte (89) non vive situazioni di vulnerabilità. Ben 45 hanno figli minori conviventi. In 21 casi l’autore della violenza è il marito; in 9 casi il convivente. In 14 l’ex fidanzato, in 15 l’ex convivente. Non mancano vicini di casa (2), padri (2), madri (2), figli (6), datore di lavoro (1), collega (3). In 52 situazioni le donne hanno presentato denuncia. Numeri e progetti del Centro antiviolenza Hara per il mese di novembre in occasione Giornata contro le violenze di genere.

"C’è un’intera comunità che lavora contro la violenza sulle donne – dichiara Paolo Bianchi, assessore alle politiche sociali – tutte le realtà che hanno aderito alla rete hanno pari importanza, ciascuna con ruoli diversi. Un anno fa è stato siglato un primo protocollo che oggi si allarga. E nel frattempo è stato fatto un lavoro enorme Sono contento perché la comunità si è mobilitata e il primo segnale è che il numero di chi si rivolge al Centro antiviolenza è più alto: leggiamo questo dato in positivo, arriva il messaggio che c’è qualcuno che può stringere la mano tesa da una donna in difficoltà".