
Milano, 28 agosto 2023 – Adescava minori su Tik Tok fingendosi una ragazza o un loro coetaneo e poi li ricattava. Per questo, lo scorso 6 agosto i carabinieri della Compagnia di Pioltello hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un 23enne milanese, ritenuto responsabile dei reati di detenzione e produzione di materiale pedopornografico , adescamento di minorenni, pornografia minorile, violenza sessuale e induzione a compiere atti sessuali mediante inganno e sostituzione di persona e tentata estorsione.
La denuncia
Il provvedimento cautelare scaturisce dagli esiti delle indagini avviate e condotte dalla Stazione Carabinieri di Cassina de' Pecchi, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, a seguito di denuncia per tentata estorsione e adescamento di minori sporta da un minorenne.
L’invito su Tik Tok
Il giovanissimo aveva ricevuto un invito tramite "Tik Tok" proveniente da un profilo - risultato poi falso - per effettuare una videochiamata erotica tramite "Instagram", nel corso delle quali una ragazza (in realtà la persona denunciata), dopo essersi denudata e ponendo in mostra atteggiamenti intimi, lo aveva convinto a fare altrettanto.

Il ricatto
All’improvviso, però, era stata interrotta la comunicazione. E il minorenne aveva ricevuto messaggi che minacciavano l'invio delle registrazioni delle comunicazioni stesse a tutti i contatti della rubrica della vittima, richiedendo infine, per non realizzare tale minaccia, un incontro destinato alla consumazione di un rapporto sessuale.
L’intervento dei carabinieri
Al posto del minore, all'appuntamento concordato tra i due, si sono presentati i militari dell'Arma che hanno sequestrato cellulari e computer del 23enne.
Analizzando i dispositivi hanno trovato materiale pedopornografico ma anche le prove di altri raggiri in cui il giovane si sarebbe finto una ragazza o un minore utilizzando dati e fotografie prese da varie piattaforme social per adescare giovani e giovanissimi videoregistrando le telefonate. I video venivano poi diffusi su varie chat e gruppi a sfondo sessuale a cui lo stesso era iscritto. Sono in corso indagini per accertare a quali e quante persone si sia sostituito rubando le identità virtuali e quanti minori possa aver adescato.