ROBERTO BRIVIO
Cronaca

Addio Liliana Feldmann, voce di Milano

Il ricordo di Roberto Brivio: io, il teatro e lei, piramide inarrivabile nel panorama della recitazione

di Roberto Brivio

Andavo all’Oratorio di San Gregorio in via Tadino, davanti a uno stabile disastrato che conteneva ancora le rotative per stampare Milano-Sera, un quotidiano del pomeriggio antecedente alla mitica La Notte, al Corriere d’Informazione, al Corriere Lombardo. Alcuni locali ospitavano l’Agenzia fotografica Terreni, nella quale ho imparato a sviluppare i rullini, a stampare, smaltare e successivamente a portare le foto ai giornali. E dalle 18 partecipavo alle prove per metter in scena commedie con la Filodrammatica della Parrocchia attigua. Ogni tanto L’Acli organizzava serate estemporanee che facevano capo ad attori della RAI. Ho ammirato lì Evelina Sironi e Liliana Feldmann. Ci sono cose che ti restano addosso. Per me erano piramidi irraggiungibili. Sentirle alla radio e poi vederle in teatro, il massimo. Poi abbiamo cominciato a lavorare insieme. Compagnia teatrale organizzata da Maramotti, il Patron del San Babila di anni fa, testi di Attilio Carosso, regia di Carlo Silva, titolo: Cicciaremm on ciccinin. Poi più avanti : Cicciarem on Ciccinin cont la Gioana, poi Milanesissimamente vostri anche d’Autunno al Lirico, l’inizio di Vacanze a Milano, e una tournée per ragazzi nelle spiagge dell’Adriatico e io con Liliana un mese di esauriti al Gerolamo in “El Panatton de Pasqua e La Colomba de Nadal”; e ancora Io Liliana Evelina Ferri Gamberini nel primo Cabaret su un barcone dei Navigli. Ci sono cose che ti restano addosso. In seguito io e Grazia Maria Raimondi ci dedichiamo all’Operetta, Evelina scompare, Liliana fa compagnia con Ernesto Calindri per qualche anno e io li ospito in alcune piazze di un circuito teatrale che avevo appena inaugurato. Sono cose che ti restano addosso.

Passano anni nei quali ci sentiamo sempre, Pasqua, Natale, compleanni, serate di beneficenza all’Istituto dei Tumori, patron Renato dal Compare. Liliana si ritira a Brusimpiano sul lago Maggiore. La si va a trovare per un’intervista. Serve al film che sto girando con Guido Veronesi. Lei una gentile signora che ha voglia ancora di recitare. Le faccio interpretare un suo pezzo forte “La mamma di gatt” di Giovanni Barrella. Detta anche da Piero Mazzarella e da Gerardo Paganini. Li trovo assieme (Liliana e Gerardo alias Giuseppe) al Geriatrico Redaelli di Vimodrone. Lei due mesi di riabilitazione poi se ne torna al lago. Morto Paolo Belli, direttore artistico, non è più il Redaelli di una volta. Paganini non uscirà più. Trattato prima e dopo con indifferenza. È quella che ammazza più del Covid. Ma le figlie non erano indifferenti alla vita, a volte impossibile, della madre. Antonella e Renata. L’hanno curata fino all’ultimo con abnegazione, riverenza, amore, pazienza. Ci lascia il ricordo di alcune frasi di un monologo di Attilio Carosso: Te disen: Come sei giovanile! Te ghe dariet ona sberla.

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