STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Addio a Giorgio Galli, morto per infarto: teorizzò il “bipartitismo imperfetto“

Esperto di politica e partiti, questa definizione fu il titolo di un suo libro cult pubblicato nel 1966. Ma è stato anche un grande divulgatore, guidato da una inesauribile curiosità e finissima intelligenza

Il politologo Giorgio Galli in occasione di una sua lectio magistralis allo Spazio Oberdan

di Stefania Consenti

Ha scritto vari libri ma il titolo cult che gli ha procurato una notevole notorietà, destinata a durare nel tempo, è stato un saggio del 1966 sul nostro sistema politico, pubbicato allora dal Mulino e poi riproposto da Mondatori. Titolo: “Il bipartitismo imperfetto“, dedicato al rapporto fra la Dc e il Pci. Giorgio Galli, classe 1928, fra i politologi italiani più influenti, era un esperto di partiti e le sue lucidissime analisi sono state il "pane" quotidiano per molti dei suoi allievi ma anche semplicemente per tanti italiani che con lui hanno iniziato anche a seguire più da vicino la politica nostrana. È morto, per infarto, a Camogli, in provincia di Genova, dove aveva una casa.

Laureato in Giurisprudenza all’università Statale di Milano, è stato per decenni docente di Scienza delle dottrine politiche, ma ha anche diretto la casa editrice Il Mulino ed è stato presidente dell’Umanitaria. Ha collaborato con riviste come Panorama (seguitissimo anche per la semplicità nel linguaggio e la capacità di farsi capire) e Linus e ha firmato moltissime pubblicazioni spaziando da Hiltler a Giulio Andreotti, a temi legati all’attualità. Fra i titoli dei suoi lavori “Storia dei partiti politici europei“, “Partiti politici italiani (1943-2004)“, “Mezzo secolo di Dc“ (Baldini Castoldi Dalai 2004), “Esoterismo e politica“ (Rubbettino 2010). Era da poco uscito per Kaos il suo ultimo lavoro “Hitler e l’esoterismo“. A partire dagli anni Ottanta, infatti, la ricerca di Galli si era orientata verso una dimensione esoterica della politica con una certa attenzione nei confronti dei misteri del Terzo Reich. Per continuare i suoi studi aveva fondato nel 2017 l’Istituto di studi politici. Suo un intervento nel primo numero del 2021 della rivista legata all’istituto Civica, sui possibili sviluppi contro la deriva della democrazia rappresentativa. Elio Franzini, rettore della Statale, lo ricorda come "uno dei più acuti interpreti del pensiero politico contemporaneo, sempre fuori dal coro e attento alle vicende concrete del mondo politico così come ai fenomeni misteriosi che hanno attraversato la storia dell’umanità. Ha studiato le ideologie contemporanee guardando anche ai loro aspetti magici, a come i fenomeni di massa possano rivestire un alone di recondita incertezza, che spesso spiega lo svolgersi storico delle follie umane".

Franzini rammenta di aver conosciuto Galli da studente e di ricordarne "la signorilità e la profonda gentilezza: davvero un professore di altri tempi, lontano dalle beghe accademiche e molto vicino ai suoi studenti. Era capace di leggere la realtà contemporanea senza filtri precostituiti e trasmettere questa capacità ai giovani con grande forza maieutica".

L’ultimo lavoro di Galli, scritto a quattro mani con Mario Caligiuri, è stato pubblicato da poco dall’editore Rubbettino, “Il potere che sta conquistando il mondo”. Riflessione sul ruolo delle multinazionali nate in paesi non democratici. Con un esito non scontato. In una situazione complessa come quella attuale, "più che il mercato è di nuovo lo Stato a essere protagonista nel XXI secolo, poiché queste multinazionali sono in gran parte subordinate ai governi nazionali".