
Milano, ma più in generale tutto il mondo della cultura e del design, perde una delle sue protagoniste più conosciute e illuminate. Se ne è andata ieri, all’età di 96 anni, Maria Cristina Mariani Dameno, universalmente nota come Cini Boeri, o "la Cini". Milanesissima nata il 19 giugno del 1924 in piazza Sant’Ambrogio, dove ha vissuto fino agli ultimi mesi. Architetto, ma lei avrebbe preferito "architetta", allieva e poi collaboratrice di Giò Ponti, pioniere nel campo del design, staffetta partigiana durante la Resistenza, Cini Boeri ha vissuto sempre da protagonista il periodo aureo della creatività milanese e italiana a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Nota nel mondo per le sue creazioni di disegno industriale, tra le quali la poltrona Ghost e il Serpentone, e per le sue strutture architettoniche, tra cui le "case rotonde" progettate alla Maddalena, in Sardegna e la Casa nel Bosco di Osmate. Cini, da intellettuale quale era, ha partecipato sempre con energia anche alla vita culturale e politica italiana, prendendo posizione su temi di etica e di impegno sociale.
È stata sposata con il neurologo e comandante partigiano Renato Boeri, da cui si è separata alla fine degli anni 60 e con cui avuto tre figli: Sandro, giornalista, Stefano che ha seguito le sue orme ed è un pluripremiato architetto, presiente della Triennale, e Tito economista, insieme a loro sei nipoti e un pronipote. Cini è stata il simbolo di una milanesità e di una borghesia colta, raffinata internazionale che non aveva paura a rimettersi sempre in gioco, con intelligenza e ironia.
Tra i suoi oggetti più noti: la poltrona Bobo (1967), il divano Serpentone (1971), il tavolo Talete (1976) e la libreria girevole Double face (1980), tutti per Arflex; il tavolo Lunario e il divano Gradual (1970) per Knoll; il lampadario Feltro (1989) per Venini. Nel 2011 le era stata conferito il Compasso d’Oro alla Carriera; lo stesso anno era stata nominata Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Nel 2019 la "sua" Milano, (quella borghese, colta e elegante come lei) l’aveva festeggiata con l’Ambrogino d’oro, un nome (quello di Cini) scelto dalla Commissione su proposta dall’Anpi Provinciale di Milano. Una scelta certo non casuale, dettata dal ruolo che l’architetto aveva avuto durante la Resistenza. In molti hanno espresso cordoglio, fra tutti il sindaco Beppe Sala, in un tweet: "Oggi ci ha lasciati Cini
Boeri, architetta e pioniera del design, famosa nel mondo per il suo estro capace di coniugare creatività e funzionalità. L’abbraccio della città di Milano va ai figli Sandro, Stefano e Tito".
Anna Giorgi