
Banconote false (Businesspress)
Milano, 9 ottobre 2020 - Compravano beni pagando con banconote false, 7 arresti tra Milano e Pavia. Le persone coinvolte, di origine magrebina, alcune delle quali irregolari sul territorio nazionale, sono indagate a vario titolo, per i reati di spendita e introduzione di monete falsificate, spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione.
L'indagine, condotta dai militari della Compagnia Carabinieri Milano Duomo, nasce a seguito delle plurime segnalazioni e denunce sporte da cittadini che avevano venduto cellulari o altri beni di consumo tramite siti di annunci on-line, ricevendo quale corrispettivo dai compratori delle banconote false. Ricorrente era il luogo d’incontro indicato dall’acquirente, ovvero la zona di piazzale Loreto. L’articolata attività avviata, informativa prima ed investigativa poi - anche di tipo tecnico - ha messo in luce l’esistenza di una consolidata rete di distribuzione di banconote false di pregevole fattura, sia al dettaglio che all’ingrosso, prodotte da stamperie dislocate nel territorio campano, di natura off-set ovvero digitale, come documentato peraltro dagli accertamenti esperiti dal personale del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.
A margine dell’indagine, è stata per di più documentata l’attività di spaccio di sostanza stupefacente, del tipo hashish, messa in piedi da uno degli indagati in favore di una rete di fidelizzati clienti. Nel corso dell’indagine sono state tratte in arresto 3 persone in flagranza di reato e sequestrate banconote contraffatte per un valore complessivo di circa 56mila euro. Tale circuito illecito è stato anche oggetto di un servizio televisivo realizzato dal noto inviato Max Laudadio del programma “Striscia la notizia”.
Nel corso di una conferenza al Comando provinciale di Milano. i carabinieri hanno spiegato che il meccanismo dello smercio di banconote false era finalizzato all'acquisto di oggetti di elettronica di largo consumo e altro che poi venivano rivenduti. In sostanza gli arrestati, secondo le accuse, prendevano contatto su Internet con chi vendeva online del materiale, grossi siti o anche privati, e pagavano in contrassegno o all'incontro per ritirare la merce, che avveniva quasi sempre in zona Loreto (molti degli arrestati vivevano in via Padova, uno invece nel Pavese, a Vigevano) con le banconote false. Ovviamente tutto quello che era stato comprato con soldi falsi veniva poi rivenduto ricevendo soldi veri. Gli arrestati, sei marocchini e un tunisino (uno attualmente ancora ricercato all'estero), tutti con precedenti e due dei quali irregolari, si recavano in provincia di Napoli per procurarsi le banconote false. Banconote molto ben realizzate, da una stamperia che non è stata localizzata. Nel corso di uno o due viaggi al mese il gruppo si approvvigionava di 50 e 100 euro per un totale di una cifra intorno ai mille-tremila euro alla volta.