REDAZIONE MILANO

Accusato di filmare donne nei bagni Mancano video e foto, ed è assolto

Ventenne sorpreso al Destriero va a processo, ma il telefonino bloccato non fornisce la prova per condannarlo

A chi sarà appartenuta quella mano che, stringendo un cellulare acceso in modalità videoregistrazione, si infila furtiva dentro una toilette riservata alle donne mentre due signore sono intente a espletare dei bisogni fisiologici? Questa domanda è destinata a non ricevere una risposta, quanto meno giudiziaria, dopo la sentenza di assoluzione con la quale l’altroieri il tribunale di Milano ha liberato dall’onta di essere un “guardone” un ragazzo di 22 anni di Vittuone. Il verdetto arriva a quasi tre anni di distanza da quel 28 gennaio 2020, giorno in cui il giovane viene sorpreso mentre si allontana precipitosamente prima dal bagno e poi – qui immortalato dalle telecamere di sorveglianza – dal corridoio dove sono collocati i servizi igienici del centro commerciale “Il Destriero”.

Proprio una frazione di tempo prima rispetto a quando due donne – una cinquantenne e una 35enne – si mettono a urlare e a richiamare l’attenzione degli addetti alla sicurezza, dopo avere notato quella mano col cellulare spuntare all’improvviso dalla toilette attigua. Due intrusioni avvenute a mezz’ora di distanza circa l’una dall’altra. Stesso locale. Medesima modalità. Solo con una, rilevante, differenza. Nel primo caso, la donna riesce a uscire in tempo e a sorprenderlo quando è ancora dentro il locale che ospita wc e lavandini. Riesce a fotografarlo, tanto che lui le strappa di mano fulmineo il cellulare salvo restituirglielo un secondo dopo; per poi darsi alla fuga e scappare dall’uscita di sicurezza del centro. La seconda vittima non ha la stessa prontezza di riflessi. Ci sono comunque le telecamere nel corridoio a riprenderlo, nell’uno come nell’altro episodio. Ce n’è insomma a sufficienza per procedere con una denuncia. I carabinieri gli sequestrano il cellulare e il computer (in casa tra l’altro gli trovano otto etti di marijuana e tre grammi di hascisc). Ma gli inquirenti non riescono ad accedere al telefonino per acquisire eventuali filmati e immagini compromettenti: il ragazzo afferma infatti di non ricordare più il pin per sbloccarlo...

Durante il processo, un assist quasi insperato. Le due donne (una risiede a Robecco l’altra a Magenta) non sono in grado di associare con certezza “la mano“ che le filmava al ventenne, pur se in un caso sia stato sorpreso dentro il bagno. E nonostante l’accusa ne chieda la condanna a un anno di detenzione, sostenendo che l’atteggiamento messo in atto dal ragazzo è inequivocabile, dall’agitazione dimostrata quando è stato pizzicato alla corsa per scappare, alla fine vuoi perché manca la prova regina (video e foto), vuoi perché l’imputato risarcisce con alcune centinaia di euro le vittime, vuoi ancora perché non c’è stato un reato più grave, nello specifico quello della molestia fisica, alla fine si decide per l’assoluzione.

"In quel bagno può esserci entrato per errore – sostiene il suo avvocato Roberto Grittini – dopo averlo scambiato per il bagno degli uomini. Non basta averlo sorpreso lì dentro per sostenere l’impianto accusatorio". Una tesi che convincerà la corte.