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Accusati di fare la cresta sui farmaci: ora 5 ospedali chiedono di patteggiare

Offerti 22 milioni di euro, oltre ai 10 milioni già versati subito dopo la contestazione del reato . Per i pm avevano sconti sui medicinali, ma chiedevano alla Regione il rimborso sul prezzo pieno

Cinque ospedali del Gruppo San Donato, imputati per una truffa ai danni di Regione Lombardia che ha al centro i rimborsi sui farmaci acquistati da alcune multinazionali, hanno chiesto di patteggiare una pena pecuniaria di 200 mila euro ciascuno e hanno offerto un ulteriore risarcimento complessivo di 22 milioni di euro che si aggiungono ai 10 già versati in passato, subito dopo la contestazione del reato.

In cosa consisteva la truffa: le case farmaceutiche vendevano ai nove ospedali lombardi farmaci a un prezzo (peraltro più alto di quello di mercato) che poi il gruppo si faceva legittimamente rimborsare dalla Regione, salvo tacere alla Regione che le case farmaceutiche avessero intanto emesso note di credito con cui a posteriori riconoscevano agli ospedali uno sconto sul prezzo. L’istanza di patteggiamento, concordata con il pm Paolo Storari, è stata avanzata dal San Raffaele, dal Policlinico San Donato, dall’Istituto Ortopedico Galeazzi e per gli Istituti ospedalieri sia bergamaschi sia bresciani, nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup Giulio Fanales.

Il pm, durante il suo intervento, facendo contestazioni suppletive, ha mosso inoltre nuove accuse: il reato di associazione per delinquere e una seconda truffa sulle protesi che, in base all’ipotesi, ricalcherebbe lo schema di quella sui medicinali.

Il pubblico ministero ha poi ribadito la sua richiesta di rinvio a giudizio per 8 persone, tra cui Nicola Bedin, allora ad pro-tempore dell’ospedale San Raffaele e ora presidente di Snam, Massimo Stefanato, ai tempi rappresentante dell’ufficio acquisti sempre del San Raffaele, e Mario Giacomo Cavallazzi, ex responsabile dei servizi di farmacia di diversi ospedali del Gruppo ospedaliero e Novartis e Bayer. In più ha chiesto il non luogo a procedere per altre tre strutture del gruppo ospedaliero, in quanto i vantaggi patrimoniali derivanti dal raggiro sarebbero stati minimi: sui tratta degli Istituti Clinici Zucchi, l’Istituto Clinico Villa Aprica e gli Istituti Clinici di Pavia e Vigevano.

Un imputato, infine, ha chiesto la messa alla prova. Si ritorna in aula il prossimo 10 febbraio per le conclusioni delle difese.

Riguardo alle contestazioni suppletive, il reato di associazione per delinquere è stato contestato a Stefanato, Cavallazzi e altre due imputati ma non a Bedin,

il quale non risponde nemmeno delle presunta truffa sulle protesi che lo scorso 10 dicembre ha portato la Guardia di Finanza a sequestrare 34,7 milioni di euro a carico del Gruppo San Donato.

Anna Giorgi

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