Accoltellò sei persone ad Assago Tombolini sceglie l’abbreviato

Il 46enne è accusato di omicidio, duplice tentato omicidio e lesioni dopo che il 27 ottobre scatenò il panico al Carrefour

Ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, a porte chiuse e con lo sconto di un terzo sulla pena, Andrea Tombolini.

Il 46enne - accusato di omicidio, duplice tentato omicidio e lesioni - aveva seminato il panico il 27 ottobre scorso, quando è entrato al Carrefour del centro commerciale Milanofiori di Assago e ha accoltellato sei persone scelte completamente a caso con un coltello da cucina preso da uno scaffale.

La furia dell’uomo durò otto minuti, dalle 18.35 alle 18.43, nei quali riuscì ad accoltellare tra grida e panico sei persone, uccidendo con una coltellata sul fianco destro il dipendente del supermercato Luis Fernando Ruggieri di 47 anni. Durante l’interrogatorio Andrea Tombolini aveva confessato di aver avuto in un primo momento un istinto autolesionista e quindi di volersi ferire da solo, ma poi il vedere le persone intorno a lui "troppo felici" ha scatenato in lui il desiderio di fare del male agli altri.

L’istanza, accolta, è stata avanzata ieri dal legale dell’imputato nel corso della prima udienza davanti al gup di Milano Silvia Perrucci. Tombolini ha potuto chiedere l’abbreviato perché i reati di cui è accusato, tra cui l’omicidio volontario semplice non aggravato, non prevedono pene complessive dell’ergastolo, ma un massimo di 30 anni (20 anni con lo sconto di un terzo). Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Paolo Storari e condotte dai carabinieri, era stata discussa davanti al gip Patrizia Nobile la perizia psichiatrica che ha accertato che l’uomo, malgrado soffra di disturbi psichici, era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Nessun vizio di mente, ha stabilito il collegio di periti, tra cui Marco Lagazzi, criminologo e psichiatria forense. Mentre una consulenza difensiva, richiesta dal legale Daniela Frigione, ha sostenuto la tesi della incapacità di intendere e di volere per una forma di schizofrenia.

Il giudice, nell’ordinanza con cui ha convalidato l’arresto, aveva sottolineato "un auspicabile accertamento tecnico sull’imputabilità dell’indagato", ritenendo tra l’altro "particolarmente elevato il pericolo di recidiva". Nell’ordinanza si rimarca "una personalità priva di freni inibitori, capace di manifestazioni di incontrollabile e brutale violenza".

Ieri la difesa ha avanzato al gup una nuova istanza di perizia, che è stata respinta. Tombolini nei mesi scorsi è stato trasferito dal reparto di psichiatria dell’ospedale San Paolo di Milano in una comunità protetta in regime di domiciliari. Tra i feriti, per i quali vengono contestate le lesioni, anche il calciatore del Monza Pablo Marì. L’udienza davanti al gup proseguirà a settembre.

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