ANNA GIORGI
Cronaca

Abusato sul volo Valencia-Milano, condanna a un anno e 8 mesi

Protagonisti della vicenda due trentenni causali compagni di viaggio su un aereo

La denuncia è stata raccolta dalla polizia appena i due sono scesi dal volo Valencia-Milano

Milano, 14 giugno 2018 - Condannato a un anno e otto mesi di reclusione, al pagamento di un risarcimento morale di 100mila euro e all’interdizione dai pubblici uffici per avere «violentato in alta quota» il vicino di poltrona sul volo diretto dalla Spagna a Milano. Questa storia processuale - il condannato è un manager di 35 anni, la presunta vittima della violenza sessuale un professionista 30enne - ha davvero dell’incredibile.

I fatti: i due ragazzi si trovano casuali compagni di viaggio su un volo che li riporta a Milano da Valencia, un lunedì mattina alle 5.30 circa. Non si conoscono, uno si siede accanto all’altro ed entrambi sono in dormiveglia. Il 35enne appoggia la giacca sul bracciolo che divide la sua poltrona da quella del vicino. Poi racconta di avere cercato nelle tasche il cellulare e il portafogli, urtando il bracciolo quasi nel sonno. La versione che fornirà alla polizia la vittima del presunto stupro, una volta sceso dall’aereo, è ben diversa. Il giovane racconta di essere quasi addormentato quando si accorge di un pesante palpeggiamento nelle parti intime. Decide allora di continuare a dormire per finta per rendersi conto delle vere intenzioni del casuale compagno di viaggio. «Ero convinto che mi volesse rubare il portafogli o il telefono – farà mettere a verbale – quindi sono rimasto immobile e invece ho capito che le sue intenzioni erano ben altre, perché mi sono ritrovato con la cerniera dei pantaloni aperta nel lasso di tempo di transito sulla Spagna».

Passano i minuti e il ragazzo «vittima» si alza cerca una hostess, agitato, e comincia a raccontare. Con il vicino di poltrona, solo una frase secca: «Che stai facendo?» E l’altro: «Nulla». Nessuna hostess e nessun passeggero di quel volo sarà in grado di confermare, nel processo, il racconto della vittima, perché nessuno, complice anche l’ora e il buio, si è mai accorto di nulla. L’aereo atterra e la vittima va immediatamente agli uffici di polizia a denunciare: «La persona che ora sta aspettando la valigia mi ha violentato». La parola di uno contro quella dell’altro. Due versioni senza prove, se non una ipotetica cerniera abbassata. Ma tanto basta, il manager viene arrestato e condannato in primo grado: violenza sessuale e 100mila euro di risarcimento. Ora si attende l’appello.