
Tutto da rifare. La nomina di Andrea Abodi come ministro dello Sport azzera quella che fino a ieri sembrava una certezza: lo stesso Abodi come nuovo amministratore delegato della Fondazione olimpica Milano-Cortina 2026, una nomina che il presente della Fondazione e del Coni Giovanni Malagò, lo scorso 11 ottobre a Milano, aveva dato per molto probabile: "Abodi è una persona che ha dimostrato sicuramente di essere particolarmente gradita dai soci". Peccato che il manager sportivo – fino a ieri presidente dell’Istituto per il Credito sportivo – sia gradito anche alla premier incaricata Giorgia Meloni, che l’ha scelto per il dicastero dello Sport.
Il successore dell’ex ad olimpico Vincenzo Novari torna ad essere un’incognita. Sì, perché l’opzione di Abodi al Governo è emersa nelle ultime ore prima dell’indicazione dei nomi da parte della neopresidente del Consiglio e dunque i soci olimpici – Governo, Regioni Lombardia e Veneto e Comuni di Milano e Cortina, in primis – non hanno ancora avuto il tempo per elaborare un Piano B, cioè la scelta di un nuovo manager capace di dare un nuovo impulso alla macchina organizzativa a Cinque Cerchi. Un impulso necessario per stessa ammissione di Malagò, che nelle sue ultime trasferte milanesi ha sempre sottolineato pubblicamente che per gli impianti e le infrastrutture olimpiche serve un’accelerazione per non rischiare di di terminare i lavori troppo a ridosso dei Giochi in programma dal 6 al 22 febbraio 2026. Sul fronte delle strutture e degli impianti olimpici per le Olimpiadi a Milano, comunque, per ora non ci sono particolari preoccupazioni. Il cantiere per il nuovo PalaItalia a Santa Giulia partirà tra la fine dell’anno e l’inizio del 2023, i lavori per il Villaggio olimpico nell’ex scalo Romana sono già partiti mentre le opere per la ristrutturazione dell’ex Palasharp a Lampugnano dovrebbero iniziare nel 2023, anche se ci sono ancora un paio di ricorsi al Tar a complicare le cose.
M.Min.