
La mobilitazione dell’Unione degli Studenti davanti al Piccolo Teatro occupato
Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/
Milano, 3 maggio - Cinquecento euro per i libri, 200 per l’abbonamento ai mezzi pubblici. Poi c’è il contributo “volontario“ chiesto dalla scuola: 150 euro circa. Altri 550 vanno in materiale, se non di più. "Millecinquecento euro all’anno per andare a scuola, nonostante il diritto all’istruzione sia sancito dalla Costituzione": a fare i conti è l’Unione degli Studenti, con un’azione artistica davanti al Piccolo Teatro Aperto. Va in scena il penultimo atto dell’occupazione, si tornano ad accendere i riflettori sulla scuola. Gli studenti avevano già preso il largo per le vie di Milano a bordo di un relitto, col Coordinamento Spettacolo Lombardia, giusto un mese fa, il primo di aprile. Avevano poi mostrato i danni della Dad, il tema del caro-libri, il nodo valutazioni – bendati e non – e l’inattualità della didattica frontale. Ieri sono tornati in via Rovello per "mettere in luce come la scuola sia ad ora inaccessibile e come sia necessario riformarla per renderla davvero per tutte e tutti". La cassa è piazzata al portone del Piccolo: sfilano i ragazzi con sacchi rossi pieni di euro.
"Siamo abituati a questo ciclo: i nostri genitori ci forniscono di soldi e recuperiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non c’è gratuità, non c’è sostegno, ma a noi non importa, partiamo da una base solida", raccontano in piazza. L’ultimo studente si presenta alla cassa con un sacco rosso, come quello degli altri, ma vuoto. Torna indietro e si siede a terra col cartello “Abbandono scolastico“. "Serve un cambio radicale del sistema scuola – dice Simone Botti, coordinatore dell’Unione degli Studenti Milano –, lo stiamo proponendo con la piattaforma del CantiereScuola. Studentesse e studenti pagano più di 1.500 euro all’anno e il tasso di abbandono scolastico continua a crescere e quest’anno ha superato la soglia del 15%".
«C’è chi non ha risorse economiche alle spalle e si trova “rifiutato“ – ricorda la voce narrante, mentre sfilano i cartelli con i soldi spesi –. Ci sono situazioni sociali e familiari complesse, studenti soli, stanchi, disillusi e senza prospettive per il futuro. Se vogliamo una scuola migliore non possiamo più accettarlo, dobbiamo aprire gli occhi per primi noi, andare ad aiutare coloro che sono in difficoltà, a rialzare coloro che da soli non riescono a farlo, e chiedere che siano le istituzioni a farlo". Rialzano il compagno con il cartello “abbandono scolastico“, chiudono la performance e lanciano un appello: "Chiediamo un confronto serio perché questa crisi ha allargato disuguaglianze che preesistevano e come studenti e studentesse non possiamo più aspettare. Senza la scuola non c’è futuro".