REDAZIONE MILANO

A due giorni dal raid, tornano i disperati Le memorie dal sottosuolo (nei tunnel)

Dopo la pulizia, di nuovo i giacigli. I residenti attraversano su un marciapiede solo: "Abbiamo paura"

A due giorni dal raid, tornano i disperati Le memorie dal sottosuolo (nei tunnel)

di Marianna Vazzana

I pedoni camminano su un marciapiede solo. All’ingresso allungano lo sguardo verso l’orizzonte per rendersi conto se c’è “il via libera“, dato da nessun materasso buttato a terra e senza disperati distesi sopra. Nel migliore dei casi si salva un tratto su due. Questa è la normalità attraversando i tunnel della stazione Centrale, non solo quelli più trafficati dai mezzi motorizzati, in corrispondenza dei viali Tonale (sottopasso Mortirolo) e Brianza ma anche gli altri, quelli più periferici, all’altezza di via Fratelli Lumière, Varanini e Spoleto. Lunedì sera, dopo i raid a catena, con sei passanti aggrediti e cinque feriti, le gallerie erano sgombre. Senza più giacigli. Nessun disperato sotto quei cunicoli, che stando a quanto raccontato da Abrahman Rhasi, il ventitreenne marocchino arrestato per i colpi messi a segno, erano anche la sua casa. Ma due giorni dopo i rifugi di fortuna sono di nuovo realtà. Sono passate da poco le 16 e sotto il tunnel in corrispondenza di via Varanini, in lontananza si vede un cumulo di stracci vicino a un materasso e, di fianco, la sagoma di un uomo prostrato a terra. "Starà pregando?", la domanda che sorge spontanea. Avvicinandosi, ci si accorge che è impegnato in una sorta di esercizio ginnico. Con tutta probabilità è sotto l’effetto di qualche sostanza. "Io non mi sento tranquilla a passare lì sotto. E non solo io. Se mia figlia trova parcheggio dall’altro lato della galleria, mio figlio la accompagna", dice Rina, residente di 82 anni. Tanti evitano anche di sostare con l’auto, lì sotto, "perché tanti mezzi sono stati danneggiati", aggiunge un altro.

Nel tunnel gemello all’altezza di via Fratelli Lumière, ci sono quattro materassi con tre “ospiti“ sopra. Una famiglia passeggia dall’altro lato: mamma, papà e due bimbe. "La situazione è critica – sottolinea William Barolo –. Ci sono anche personaggi violenti. Quello che ha agito lunedì è uno dei tanti. Bisogna fare qualcosa". In prima linea l’associazione 4 Tunnel e tanti altri comitati che si sono riuniti, sotto l’ala del Coordinamento comitati milanesi, per chiedere un incontro pubblico.