"A che punto è il maxi impianto di biometano?"

Un maxi impianto di biometano tra Gorgonzola e Melzo suscita preoccupazioni e interrogativi. Il Movimento 5 Stelle chiede chiarimenti sul progetto, mentre A2A conferma solo fasi preliminari di sviluppo. Il dibattito si infiamma tra mozioni contrarie e ipotesi di trattamento dei rifiuti da parte di aziende agricole.

Maxi impianto di biometano nelle campagne fra Gorgonzola e Melzo, “rumors“ su contatti in corso fra la società e le aziende agricole d’area, il Movimento cinque stelle in Regione incalza e interroga: "Si diano informazioni sullo stato dell’iter, sulla tipologia di rifiuti che verrà trattata e sullo stato dell’arte circa l’aggiornamento del Programma regionale energia ambiente e clima, in particolare per quanto riguarda l’individuazione di criteri localizzativi degli impianti". L’interrogazione, presentata nei giorni scorsi dal pentastellato Nicola Di Marco, riapre il “caso“ e rinfocola il dibattito. Sia a Gorgonzola che a Melzo, nei mesi scorsi, erano state approvate infatti mozioni contro il progetto. Non entra nella querelle A2A. Che tuttavia chiarisce: "Un progetto attualmente ancora in fase di sviluppo preliminare, per il quale, a oggi, non è stata ancora presentata alcuna istanza autorizzativa". I primi incontri fra Comune di Gorgonzola e A2A sull’ipotesi di impianto a ridosso della provinciale per Melzo risalgono all’autunno. Da vari mesi silenzio. Sino alle voci, non ufficiali, di contatti in corso con alcune aziende agricole d’area possibili conferitrici future di rifiuti da trattamento.

Così l’interrogazione a Cinque stelle: "Pare che l’azienda abbia presentato uno stato dell’arte piuttosto avanzato. Va invece ricordato che il consiglio comunale di Gorgonzola ha approvato una mozione di contrarietà al progetto. E a Melzo il sindaco aveva paventato proteste clamorose". A2A, intanto, conferma solo la "fase di interlocuzione con il Comune di Gorgonzola e le realtà locali attive nel settore agroalimentare per un progetto attualmente ancora in fase di sviluppo preliminare". Le ipotetiche dimensioni: "Contenute, pari a quelle media di strutture analoghe già presenti nel nostro Paese su suolo agricolo: 3 digestori e 4 vasche di stoccaggio, in grado di produrre circa 4 milioni di metri cubi l’anno di biometano, pari al consumo medio di circa tremila famiglie". M.A.