Lorenzo D’Errico sostiene di avere ucciso il padre (nella foto) in un raptus di follia. Un particolare che, se avallato dai giudici, potrebbe valere una pena ridotta. Il 38enne è stato però sottoposto a una perizia psichiatrica in incidente probatorio che ha concluso per una "personalità irrisolta" anche a causa di un’infanzia difficile, ma nessun vizio di mente che possa avere inciso sulla sua capacità di intendere e di volere. "L’imputato ha commesso un gesto aggressivo di impulso causato da uno stato emotivo di vulnerabilità psicologica, basato però su fatti ricostruiti soltanto da lui e su come lui li ha vissuti - ha ricostruito lo psichiatra -. Anche se è vero che quello che ha raccontato del Natale di quando aveva 6 anni è stato riscontrato nella videocassetta che abbiamo trovato e lui non è apparso un manipolatore. Ha una forte intelligenza e creatività, ma si è costruito una corazza perché si sentiva inferiore e inadeguato e, invece di chiedere aiuto, ha dato la colpa ai genitori, ma non si è costruito una vita autonoma, neanche quando i genitori gli hanno offerto di dargli dei soldi per andare a vivere da solo, perché lui considerava il padre all’origine di tutti i suoi guai, ma era allo stesso tempo una persona di cui aveva bisogno perché nella solitudine sarebbe crollato". Il perito non ha riscontrato segni di "psicosi o disturbi patologici", ma solo un "tratto narcisistico" per coprire le sue fragilità. Conclusioni a cui si è associato anche il consulente psichiatrico della difesa, secondo cui però il 38enne "soffre di un disturbo di personalità e ha vissuto i fatti come un corto circuito mentale". Si torna in aula a ottobre per la discussione delle parti.S.T.
Cronaca38enne uccide padre, perito psichiatrico parla di "personalità irrisolta" ma nessun vizio di mente