ANNA MANGIAROTTI
Cosa Fare

Van Gogh al Mudec di Milano: chi dice che non era colto? Un viaggio per sfatare i pregiudizi

La mostra al Mudec, immersione nell’universo misterioso del pittore. Fra libri e passione per il Giappone

Van Gogh, Interno di un ristorante, 1887

Van Gogh, un mistero, sempre. Perciò questo pittore risulta ancora più seducente. I milanesi sono corsi dentro 350 suoi capolavori (“Van Gogh: The Immersive Experience” a Lampo Scalo Farini, la mostra aperta fino a fine anno). E da oggi, sotto lo stereotipo del pittore da manicomio e suicida scopriranno in realtà un intellettuale: “Vincent van Gogh. Pittore colto”, al Mudec di via Tortona 56 (fino al 28 gennaio 2024).

In mostra , 40 opere provenienti dal fiabesco villaggio di Otterlo (provincia della Gheldria, neiPaesi Bassi), dove il museo Kröller Müller custodisce dello stellare genio, una collezione seconda solo a quella del Van Gogh Museum di Amsterdam. Povere donne che cuciono accanto a un gatto, o pelano patate, o portatrici di fardello, o lavoratrici in lavanderie ed essicatoi per il pesce, o stese sul letto di morte. Soggetti collezionati e donati, dalla facoltosa Helene Kröller-Müller, insieme a incantevoli, luminosi paesaggi con lune, covoni, uliveti, frutteti, cipressi, vigne verdi, o ristoranti parigini. Non mancaun autoritratto di Vincent del 1887, che il curatore Francesco Poli giudica "bellissimo".

Davvero, ti guarda dritto negli occhi, con un effetto soprannaturale, da santo o madonna: "Vorrei fare dei ritratti che, tra un secolo, alla gente di quel tempo, sembreranno apparizioni", scriveva Van Gogh alla sorella Wil nel 1890. Dell’outsider artista, peraltro, la biografia terrena è sintetizzata e illustrata dalla giovane brasiliana Alice Alves Esteves de Oliveira in un piacevolissimo percorso ondulato che scorre fuori delle stanze dell’esposizione (scandita cronologicamente dal Nord terroso e brumoso alla luce della Provenza), tra l’entrata e l’uscita. Originale. Come è assolutamente originale la scelta della copertina del catalogo: “Natura morta con statuetta in gesso e libri”, 1887, tela verticale in genere riservata ai ritratti: protagonisti il “Bel-Ami” di Guy De Maupassant e “Germinie Lacerteux” dei fratelli Edmond e Jules de Concourt.

A farlo notare è Mariella Guzzoni, curatrice delle dodici stazioni dedicate al “colto” Vincent van Gogh, lettore accanito, attento, curioso, informato, in quattro lingue (olandese, inglese, francese, tedesco). Di istruirsi e studiare aveva bisogno, spiega lui stesso, come di mangiare un pezzo di pane, citando "una passione più o meno irresistibile per i libri". Un’altra? La fascinazione per il Giappone. Svelata in mostra da Aurora Canepari, in collaborazione con il Museo Chiossone di Genova, non a caso al nostro Mudec.