Han, nome d’arte di Giulia Fontana, oggi dalle 18.30 alle 20 presenterà il nuovo singolo, in uscita domani su tutte le piattaforme ‘Tutto bene’ e l’ep ‘fuori dalla stanza’ al Mini Spazio Milano di via Pietro Crespi 17. Quello di Han è un progetto ambizioso, un progetto che esplora l’identità umana e che tocca l’anima. Un sound delicato, suggestivo e una voce evocativa: Han rappresenta davvero qualcosa di nuovo.
Han, il tuo è uno stile molto particolare e difficile da incasellare nel panorama musicale attuale…
“Le difficoltà che si incontrano facendo musica oggi e facendo musica che esce dai binari della musica più ascoltata in Italia sono diverse. Io però ho iniziato a fare musica non vedendo questo come un lavoro, ma con l’obiettivo di fare qualcosa che mi piaccia, che mi renda orgogliosa. A volte mi sento un po’ incosciente, ma per ora su di me sta vincendo la parte più appassionata e non quella più razionale”.
Cosa vedremo oggi al Mini Spazio Milano?
“A me piace moltissimo anche curare la parte visiva del progetto, oggi suoneremo all’interno di una piccola stanza che allestiremo come camera da letto. Ricreeremo un po’ un ambiente speciale e ci sarà una mostra dell’illustratrice Tulpess e di Cyaomamma. Sarà una rappresentazione a 360 gradi dell’ep”.
A proposito di “piccola stanza”, come hai iniziato a fare musica?
“Mi sono approcciata alla musica tramite il violino. Io arrivo da Desenzano del Garda e quando volevo iniziare a cantare lì non c’era nessuna scuola di canto. Per questo ho cominciato imparando a suonare il violino. Poi mi sono spostata su altri generi e strumenti. Ho iniziato a scrivere tardi. Mio padre ha sempre amato ascoltare musica, è stato lui a trasmettermi questa passione”.
Quali artisti ascolti?
“Mi piace tenermi aggiornata sulla musica che esce, quando ero più piccola i Radiohead mi hanno spostata dal pop e aperto la testa verso altre cose. Ultimamente ho scoperto un’artista bravissima, la canadese Maya Gray”.
Chi sono le prime persone a cui fai ascoltare la tua musica?
“All’inizio non la facevo ascoltare a nessuno, poi mi sono sbloccata e penso sia utile farla sentire a tante persone. La faccio ascoltare alle mie amiche, alla mia etichetta discografica, al manager e ai miei amici musicisti”.
Prima scrivevi canzoni in inglese, ora in italiano. Come è avvenuto questo passaggio?
“Era un cambiamento che volevo da molto tempo, è successo in modo naturale. Volevo semplicemente essere più esposta con chi mi ascolta, farmi capire”.
Cosa auguri al tuo ep ‘fuori dalla stanza’?
“Mi auguro di portarlo live il più possibile perché penso sia un disco che si apprezza molto dal vivo”
Progetti futuri?
“Farò un live in inverno a Milano e forse qualche altra data da gennaio-febbraio. Intanto sto scrivendo un disco completo anche con altri artisti, voglio aprirmi di più anche nella scrittura”.