ROBERTA RAMPINI
Cosa Fare

La storia di Alfonsina Strada, prima donna al Giro d'Italia, fa tappa ad Arese

Venerdì 8 marzo, in occasione della festa della donna, lo spettacolo teatrale al centro civico Agorà

Alfonsina Strada in gara

Alfonsina Strada in gara

Arese (Milano) – Fu la prima e unica donna a partecipare, negli anni dell'Italia fascista e maschilista, al Giro d’Italia. La sua fu una vita straordinaria che è diventata la trama di uno spettacolo teatrale, "Alfonsina Strada. Una corsa per l'emancipazione", di scena venerdì 8 marzo alle 21 al centro civico Agorà. A cura di Luna e Gnac Teatro, compagnia teatrale di Bergamo, con la voce di Federica Molteni e la regia di Michele Eynard, lo spettacolo è inserito tra gli eventi per celebrare la Giornata Internazionale della donna. Ingresso libero.

La storia

Alfonsina Morini Strada, nata a Castelfranco Emilia nel 1891 e scomparsa a Milano nel 1959, era figlia di contadini e di un tempo che non ha potuto scegliere, i primi del ‘900. Un tempo in cui il ciclismo era per impavidi eroi. Forti, gagliardi. Tutti maschi. Alfonsina ha dieci anni quando si innamora della bicicletta. È una ragazzina quando si allena di nascosto con la vecchia bici del padre. È una donna quando diventa una ciclista, una campionessa, una vera sportiva. Ma soprattutto, Alfonsina è uno scandalo. Perché vive nell’Italia di cento anni fa, l’Italia del fascismo e del pensiero maschilista. In questa Italia, Alfonsina si costruisce il proprio destino, scardinando preconcetti e partecipando, unica donna nella storia, al Giro d’Italia del 1924. Quella di Alfonsina è una storia vera, che va assaporata non solo per riscoprire la libertà di un mezzo che oggi dovrebbe essere sempre più utilizzato, la bicicletta, ma anche per capire l’importanza di un pensiero moderno, in tempi che non lo erano. La vita e l’operato di Alfonsina costituiscono una breccia nel muro del sessismo dominante nella sua epoca, anche e soprattutto in tema di sport praticato da donne, e proprio per questo è fatta anche di vicissitudini spiacevoli, perché Alfonsina non è una privilegiata, ma uno di noi, ed è quindi una fortuna che la sua eredità possa essere ricordata. Vi consigliamo di accompagnare all’evento la biografia pubblicata da Sellerio: “Alfonsina e la strada” di Simona Baldelli. Se siete interessati a farvi un’idea di cosa volesse dire essere donna e correre in bicicletta, allora leggete anche “Donne in bicicletta” di Antonella Stelitano, che apre una finestra sulla storia del ciclismo femminile in Italia, riportando citazioni esatte di documenti e giornali del tempo che vi faranno riflettere.