SANDRO PUGLIESE
Milano

Olimpia Milano, Bruno Cerella: "Non ci sono solo i bomber, qui mi sento apprezzato"

L'ala del 1986 è stata al centro di un particolare caso di mercato dopo la scadenza del contratto nel giugno scorso

Bruno Cerella in campo nell'amichevole vinta contro la Fortitudo Bologna

Milano, 4 settembre 2016 - Lo sport regala storie incredibili, come quella di Bruno Cerella di Bahia Blanca, cittadina a 500 chilometri a sud di Buenos Aries, che nell'ormai lontano 2003 arrivò in Italia per giocare in C2 a Massafra, profondo sud, e nell'estate del 2016 smuove le folle quando sembra che la sua avventura a Milano sia volta al termine. L'affetto dei tifosi, le riflessioni della società e dello staff tecnico e il piacere di Cerella a rimanere in biancorosso hanno fatto il resto con il prolungamento triennale del contratto che fa seguito ai tre anni, bagnati da 2 scudetti e una Coppa Italia, appena passati da quando nel 2013 arrivò all'ombra della Madonnina
 
Torniamo indietro all'estate del 2013 quando è arrivato, cosa era per lei Milano e cosa è adesso? "Ormai è il quarto, conosco benissimo la società e lo staff, posso davvero divertirmi, ancora di più rispetto alla prima volta quando ovviamente c'era la pressione di dover dimostrare chi fossi dentro e fuori dal campo. Lavorare in una situazione conosciuta e apprezzato è certamente il meglio che può chiedere un giocatore"
 
Quest'estate è successa una cosa speciale, i tifosi ci sono rimasti male quando sembrava che non rimanesse. Eppure lei segna solo 1.6 punti a partita, cosa si sente di dire ai tifosi che l'hanno sostenuta in modo così evidente? "Sono contento di tutti gli attestati di stima che mi sono arrivati. Nello sport non ci sono solo persone con talento tecnico e in uno sport di squadra ognuno deve rispettare ed interpretare un ruolo. Non tutti possono essere dei bomber, ma tutti possono dare qualcosa di importante se lo vogliono. Lo sport è un bel veicolo per trasmettere valori, mi fa piacere che dicano che incarno lo spirito Olimpia. Voglia, umiltà, rispetto e sacrificio, la squadra viene sempre prima. Sono cose che si portano dentro, non si può fingere. Io ringrazio davvero tutti i tifosi, è sempre bello sentirsi apprezzato".
 
Farà parte di un roster infinito con 15 giocatori, anche questa è una nuova sfida per lei? "Per me la cosa importante è aver parlato con il coach ed aver chiarito la situazione che si era creata. A me nessuno mi ha mai regalato nulla, sono partito dalla C2 per arrivare alla migliore squadra italiana, so come si suda. E si possono trovare stimoli per dare ancora di più in questo ruolo, anche partendo da dietro in una squadra molto profonda
 
Certamente aiuterà una stagione con una doppia regular season da 30 partite sia in Serie A che in Eurolega, non crede? "Esattamente, sarà lunghissima e ci divertiremo tutti. La chiave sarà il rispetto e l'interpretazione del ruolo che a ognuno di noi ha assegnato il coach. Nelle grandi squadra bisogna essere consapevoli che funziona così e lavorare serenamente per raggiungere l'obiettivo. Io sono contento, ho l'appoggio del coach, in passato ci siamo divertiti ed è per questo che mi trovo ancora qui, anche la possibilità del prestito è stata definitivamente scartata".
 
Dopo tanti anni cambierà numero, cosa è successo? "Il mio 7 storico era stato già occupato dopo che mi era scaduto il contratto, lo tenevo per il ricordo che mi lega a Matteo Bertolazzi (ex compagno di squadra di Cerella a Casalpusterlengo nel 2011 prematuramente scomparso 3 anni fa, ndr). Quando ho dovuto scegliere era nei giorni intorno al mio trentesimo compleanno ed è così che ho scelto il 30".
 
A ottobre parte la nuova Eurolega, cosa la affascina di più di questo formato? "Mi piace che quest'anno abbiamo proprio l'idea di un campionato europeo. Questo ti dà modo di programmare veramente la stagione, non di dire che prendo dei giocatori se vado alle Top16 o li libero se sono eliminato, ad esempio. Sarà un anno duro, si inizia presto e si finisce tardi, ma io di questo sono solo contento"
 
Cosa sogna per l'Olimpia di questa stagione? "Per quel che mi riguardo riuscire a conquistare qualche minuto in più del previsto, ma in generale mi piace pensare di voler migliorare ancora e quindi oltre allo scudetto e la Coppa Italia mi piacerebbe anche vincere la Supercoppa a fine mese e poi un sogno nel cassetto sarebbero le Final Four di Eurolega. E' difficilissimo, ma pensare positivo aiutare a fare in modo che gli eventi siano positivi e noi ci vogliamo provare".
 
Questa sera alle 19.30 al Pentagono di Bormio terza amichevole per i biancorossi, questa volta contro i turchi del Tofas Bursa, formazione con la quale coach Repesa nel '99 e nel 2000 vinse il titolo nazionale. Mancherà ancora Fontecchio, ma anche Raduljica che sta ancora facendo lavoro differenziato. Potrebbe esordire Kalnietis, ma la riserva sarà sciolta solo alla palla a due.