FEDERICA PACELLA
Milano

Boom di aiuti alimentari: dopo le crisi e il Covid tre milioni di lombardi non sono autosufficienti

Seconda regione per aumento (+155mila), preceduta dalla sola Sicilia ActionAid: incrementi importanti sulla spesa consegnata ai bisognosi

Milano, 17 ottobre 2023 –  Da 210.361 del pre-pandemia agli oltre 365mila del 2022: la Lombardia è seconda solo alla Sicilia per l’aumento di beneficiari di aiuti alimentari. Lo rivela l’analisi del Programma Operativo Fead (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti), che costituisce il principale strumento di finanziamento della distribuzione di beni alimentari del nostro Paese. Secondo i dati del Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro, analizzati da ActionAid nel quarto rapporto sulla povertà alimentare in Italia ‘Frammenti da ricomporre’, negli ultimi anni il numero dei beneficiari è notevolmente aumentato, passando da 2,1 milioni di utenti nel 2019 a quasi 3 milioni nel 2021, registrando un lieve calo nel 2022, per un totale di oltre 2,8 milioni di persone. Guardando alla distribuzione degli utenti a livello regionale, gli incrementi più significativi hanno riguardato la Sicilia (+172,5mila), la Lombardia (+155mila) e la Campania (+98mila); tra le città metropolitane, Milano ha registrato l’aumento più consistente rispetto a tutte le altre città metropolitane d’Italia (+115mila persone).

 Abbiamo analizzato due ordine di dati – spiega Roberto Sensi, responsabile programma alimentare di ActionAid –. Il primo è l’indicatore di deprivazione alimentare e sociale dell’Istat, per il quale non abbiamo registrato variazioni significative tra il pre e il post pandemia, probabilmente perché ci sono state misure di protezione sociale importanti. L’altro set di dati è quello dei Fead, ovvero quante persone ricevono un pacco alimentare o aiuti dalle associazioni. Qui abbiamo registrato un aumento importante".

Dalla lettura congiunta dei diversi indicatori, quello che emerge è che la pandemia ha intensificato il fenomeno, portando chi era già in difficoltà a chiedere aiuto. "Altro aspetto che abbiamo colto è che chi è in condizione di deprivazione sociale e alimentare non è, però, considerato povero secondo i normali canoni di reddito. Ciò vuol dire che difficilmente viene intercettato. Oggi le politiche di contrasto alla povertà alimentare richiedono redditi bassi e sono molto stigmatizzanti: buona parte di chi è in quella condizione resta escluso da una risposta al problema". L’origine delle situazioni di deprivazione va ricercata nelle crisi finanziarie del 2008 e del 2012, acuite durante Covid.

"Ma ora serve innovare e diversificare le modalità di intervento, non con misure una tantum, ma con risposte che intercettino anche la dimensione psicologica e sociale della povertà alimentare".