Il nuovo album di Mr Rain: "Vi racconto l'odore della pioggia"

Il rapper beatmaker bresciano torna con un'opera impegnata

Mr Rain

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Milano, 12 febbraio 2021 - Bisogna recuperare un vecchio numero della rivista scientifica "Nature" per scoprire il significato di «Petrichor», titolo del nuovo album di Mr. Rain. È lì che nel ’64 Joy Bear e Richard G. Thomas, due ricercatori australiani, coniarono infatti il nome dell’odore «della pioggia» utilizzato da Rain (nomen omen) nel disco. È proprio quel sentore (frutto dall’essenza rilasciata in terra dalle piante durante la stagione secca e poi aspersa dall’acqua piovana assieme alla geosmina) ad inebriare i dieci momenti dell’album con cui l’ossigenato rapper-beatmaker bresciano, al secolo Mattia Balardi, 29 anni, prosegue il cammino avviato sei anni fa da «Memories» e proseguito nel 2018 da «Butterfly effect».

Perché il Petricore? «Scrivendo e producendo la mia musica quando piove, mi sembra un viaggio introspettivo alla riscoperta di me stesso. Tante colonne sonore dello stesso film».

Da chi le piacerebbe vederlo diretto? «Da un fedelissimo amico come Enea Colombi, autore di tutti i miei videoclip con cui spero di riuscire a girare prima o poi un vero film».

«La libertà spaventa più di una prigione» dice in «Fiori di Chernobyl». «Quella è una delle prime frasi che ho scritto subito dopo il titolo, perché io compongo per immagini e ho bisogno di un tema attorno a cui far volare la mia fantasia. Così nel caso di questa canzone mi sono chiesto se nel posto in cui è accaduto uno dei più gravi disastri del Novecento la vita avesse ripreso completamente il suo corso».

Fra le storie seguite alla catastrofe nucleare ucraina c’è quella secondo cui tra la vegetazione crescerebbero fiori e frutti modificati dalle radiazioni con forme e colori mai visti. «Anche se si tratta, ovviamente, di una leggenda, credo che il continuo cercare posti fantastici dentro di noi ci aiuti a diventare migliori. E senza questo bisogno l’esistenza perde un po’ il senso. Il senso: essere noi stessi per ricominciare da lì».

«Fiori di Chernobyl» l’ha riportata in radio. «Sì, l’ho scritta al termine di un periodo davvero buio, in cui mi sono trovato ad affrontare le conseguenze del blocco creativo che mi ha messo fuorigioco per un anno, isolandomi dal resto del mondo. In questo disco racconta la mia battaglia alla ricerca di un equilibrio tra Mattia e Mr. Rain, due identità che si compenetrano, ma a volte confliggono. Tant’è che uno dei brani s’intitola ‘Nemico di me stesso’, mentre un altro ‘Ricominciare da me’».

«Non c’è più musica» la canta con Birdy. «L’ho sempre seguita e quando mi ha detto di sì non credevo che stesse accadendo a me. Abbiamo lavorato al pezzo parlandoci in Facetime e pure le nostre parti le abbiamo registrate separati, ma spero di incontrarla non appena il Covid allenterà un po’ la morsa». 

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