Yana Malayko: gli ultimi whatsapp con il nuovo amore prima di morire. Cosa si sono detti

Il racconto di Andrej, disperato per non averla scortata nell’appartamento dell'ex compagno: "Dumitru quando stava con lei l'ha picchiata". Ma il sospettato continua a stare in silenzio

Dumitru Stratan

Dumitru Stratan

Castiglione delle Stiviere (Mantova) - "Dima deve accettare il fatto". Il "fatto" è che la sua compagna di un tempo ha chiuso per sempre con lui e ora ha vicino a sé un altro uomo. Quella sera del 20 gennaio, la sua ultima sera, Yana Malayko ha ben chiara la scelta: nella sua vita di donna di ventitré anni le porte sono per sempre chiuse per l’ex fidanzato Dumitru Stratan, moldavo 33enne. Yana ha da poco un nuovo compagno. Andrej abita in un paese nel Mantovano. Serio, con un lavoro. Un ragazzo perbene che oggi, dopo la tragedia, si interroga, si rammarica, soffre al pensiero che avrebbe potuto accompagnare Yana, salire in casa con lei, rimanerle vicino. È stato lui a denunciarne la scomparsa. Agli inquirenti racconta che Yana era "preoccupata".

"Disattivava la rete dati del telefono per eludere il controllo dell’ex, che le diceva di poter controllare i suoi movimenti". Sempre Yana gli aveva confessato che nel periodo in cui stava con Dima lui "aveva alzato le mani contro di lei un paio di volte". Dumitru-Dima è in carcere a Mantova accusato di omicidio e occultamento di cadavere, chiuso in un mutismo che impedisce di ritrovare il corpo della ragazza ucraina.

L'ultima notte di Yana

Quella sera Yana e il suo accompagnatore hanno cenato in un ristorante di Lonato del Garda, poi hanno trascorso un po’ di tempo in casa di lui. Si conoscono da circa un anno, la relazione sentimentale è fresca di poche settimane. Verso mezzanotte e mezza è iniziato lo stillicidio di messaggi da parte di Dumitru, in meno di mezz’ora cinque o sei telefonate sul cellulare e un numero imprecisato di sms. Spiega che ha ancora presso di sé Bulka, il cane di Yana, e che la bestiola non sta bene. Dima insiste per restituirlo purché Yana si faccia trovare nell’abitazione dove lei è ospite di Cristina, la sorella di Dima. Esasperata da tanta insistenza, la giovane ucraina finisce per accettare. Verso la 1.30 Andrej la riaccompagna. I due rimangono in stretto contatto via Whatsapp.

Quasi in diretta Yana comunica che Dima è salito, che il cane sta bene e che l’uomo ha perlustrato l’appartamento pensando di trovarci il rivale. Yana si mostra decisa e non manifesta alcun timore. "Mi ha detto se ero con te, ho detto di sì. (Dima) ha chiesto se non mi vergogno o almeno un po’". Per il suo interlocutore avrebbe dovuto dare una risposta più drastica. Yana è calma. "Può darsi – gli replica –, però come mi sono sentita l’ho detto. Deve accettare il fatto. E basta. Non per me ma per sé". Alle 2.31 il suo ultimo messaggio, come per farsi perdonare la serata movimentata: "Scusami ancora di oggi". Yana Malayko va inconsapevole verso la morte.

La (mezza) confessione

L’incontro di due amici al bar Event Coffee di Castiglione, di cui è proprietaria Cristina, sorella di Dima. Uno è all’interno quando vede passare l’amico moldavo che gli fa segno di seguirlo nella casa di sopra, dove abita Cristina. Nota i suoi pantaloni infangati. L’altro gli spiega che è rimasto impantanato con l’auto e che è tornato a piedi con il cane. È molto agitato. Colpa dell’incidente, pensa l’amico. "Tuttavia – dichiara a verbale dai carabinieri –, sempre nel corso della spiegazione, mi diceva: ‘Ho fatto una cazzata, ho ammazzato Bonnie (il soprannome di Yana - ndr)’. Incredulo, non davo peso a questa confidenza, anche perché non l’ho ritenuta veritiera, mandandolo a quel paese".

La conversazione dura non più di cinque minuti. Viene interrotta dall’arrivo della madre del moldavo, allarmata perché la figlia le ha riferito una frase, la delirante confessione del femminicidio di Dumitru: "Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me".

Quel corpo che non si trova

Un’altra giornata di inutili ricerche di Yana fra boschi e campagne, alla località Valle. Oleksandr, il padre, è sempre il primo, instancabile. Ha accanto i fratelli. Uno, Serghei, lancia un appello: "Ci rivolgiamo alla gente del posto. Dateci informazioni, tutto quello che notate. Anche una cosa piccola può essere importante. Anzi, fate di più: aiutateci a cercare Yana". Tre amiche sono arrivate da Romano di Lombardia, dove la ragazza ha abitato per alcuni anni con la nonna. "Yana - dice Ludmilla - era dolce come una bambina. Voleva essere amata. Ma sapeva essere anche molto forte e indipendente. A Romano c’è molta rabbia da parte della gente. Penso che sia così in tutta Italia. Avvengono troppi femminicidi e le donne non si sentono protette". Oleksandr Malayko ha nominato come suo legale l’avvocato bergamasco Angiolino Murtas.