Viadana (Mantova), 14 ottobre 2024 – Ha ricevuto la visita dei genitori al Beccaria di Milano. I genitori sono stati autorizzati a una visita settimanale. I difensori, Paolo Antonini e Valeria Bini, hanno chiesto che gli sia consentito di proseguire gli studi all'istituto tecnico per diventare elettricista.

L’ordinanza del gip
Scorrerà lungo questi binari la vita del diciassettenne di Viadana accusato dell'omicidio di Maria Campai, la sera del 19 settembre, nel garage di casa.
Al termine dell'udienza di convalida del fermo, il gip del Tribunale dei minori di Brescia, Laura D'Urbino, ha firmato una ordinanza di custodia in carcere per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere (dopo l'omicidio il corpo della romena 42 enne era stato trasportato nel giardino attiguo e coperto con fogliame).
Versione smentita
Davanti al gip bresciano il ragazzo (che il giorno dopo si era presentato regolarmente alle lezioni in un istituto di Viadana) ha cercato di opporre la sua verità. "Voleva - avrebbe sostenuto - tutti i 350 euro che avevo con me. Mi ha aggredito. Mi sono difeso. Non volevo ucciderla. È scivolata dal divano. Mi sono accorto che non respirava più e sono andato nel panico”.

Una versione smentita dai primi risultati dell'autopsia, eseguita il 2 ottobre, all'ospedale Carlo Poma di Mantova, dal medico legale Antonello Cirnelli. Maria Campai è stata strangolata cingendole il collo con una mossa da wrestling e colpita più volte con calci e pugni.
Gli accertamenti
Il medico legale ha chiesto 90 giorni per consegnare la relazione autoptica. Sessanta giorni sono il termine per il deposito della consulenza sullo smartphone e sul pc del diciassettenne, importante per accertare sia se siano state effettuate ricerche particolari che potrebbero provare la premeditazione, sia per verificare se altre donne, prima di Maria, erano state ricevute nel garage.