REDAZIONE MANTOVA

La rapina, il maresciallo e la carabiniera: tutto finto, per derubare un’anziana. Ma questa volta i truffatori non sono andati lontano

Una 76enne della provincia di Verona è rimasta vittima di un raggiro classico ma ancora efficace. I carabinieri di Porto Mantovano, quelli veri, hanno però rintracciato subito i malfattori – un uomo e una donna di 50 e 41 anni, e li hanno arrestati

La stazione dei carabinieri di Porto Mantovano

La stazione dei carabinieri di Porto Mantovano

Porto Mantovano (Mantova), 30 maggio 2025 – Le hanno bussato alla porta dicendole che c’era stata una rapina nella zona e che dovevano controllare se la refurtiva fosse finita a casa sua. Lei, 76 anni, sola in casa e confusa da quella voce telefonica autorevole che poco prima si era presentata come “il maresciallo dei Carabinieri”, ha creduto di fare la cosa giusta. Ha fatto entrare in casa una donna ben vestita, con modi rassicuranti, che si è presentata come l’incaricata dell’Arma. Invece era una truffatrice. In pochi minuti, la falsa carabiniera è riuscita a farsi consegnare contanti, circa 1.200 euro, e diversi monili in oro. Poi è sparita. Solo a quel punto l’anziana ha capito di essere stata raggirata. E con il cuore spezzato ha chiamato il 112.

La truffa si è consumata nella tarda mattinata di lunedì 26 maggio a Sorgà, in provincia di Verona. Uno dei raggiri più meschini, perché colpisce non solo nel portafoglio, ma anche nella fiducia, nella dignità, nella sicurezza di casa propria. Ma stavolta i truffatori non sono andati lontano.

Il blitz sulla strada per Mantova

Poco dopo le 14:30, su segnalazione della Centrale Operativa di Mantova, una pattuglia dei Carabinieri di Porto Mantovano ha intercettato un’auto sospetta lungo una delle arterie che collega il Veronese al Mantovano. A bordo, un uomo di 50 anni e una donna di 41, entrambi originari del Napoletano e già noti alle forze dell’ordine. Quando si sono accorti di essere pedinati, hanno tentato di disfarsi del bottino: un sacchetto con i contanti e i preziosi appena sottratti all’anziana. Ma i militari sono stati più rapidi. Dopo aver recuperato il malloppo, hanno fermato la vettura e avviato i controlli.

L’identificazione e gli arresti

Grazie alla tempestiva collaborazione con i colleghi della provincia di Verona, i Carabinieri hanno potuto ricostruire in breve tempo l’intera dinamica della truffa. Fondamentale, oltre al racconto preciso della vittima, anche la sua capacità di riconoscere la truffatrice nella ricognizione fotografica. Determinante anche l’approfondito lavoro di ricostruzione del tragitto effettuato dai malviventi, ottenuto attraverso l’analisi incrociata dei sistemi di videosorveglianza, delle testimonianze raccolte e della localizzazione del mezzo, tracciato con precisione dai militari.

La perquisizione dell’auto della coppia, presa a noleggio, ha consentito di rinvenire anche dei telefoni cellulari utilizzati per compiere le truffe, nonché informazioni sugli indirizzi di potenziali vittime e delle istruzioni operative dettagliate, tipo vademecum, su come presentarsi per ingannare le persone. I due sono stati arrestati con l'accusa di truffa aggravata in concorso e condotti nel carcere di Mantova, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

La truffa che colpisce il cuore

Il denaro e i gioielli saranno presto restituiti alla legittima proprietaria. Ma i Carabinieri lo sanno: non sarà sufficiente. Perché queste truffe lasciano ferite che non si vedono. Rubano la pace, la fiducia, la tranquillità. Proprio per questo il Comando Provinciale dei Carabinieri di Mantova ha espresso grande soddisfazione per l’operazione, che rappresenta un forte segnale di tutela nei confronti delle fasce più fragili della popolazione. E rilancia un appello importante: nessun vero Carabiniere chiederà mai di mostrare denaro o oggetti di valore a casa. In caso di dubbio, anche minimo, la prima cosa da fare è chiamare subito il 112.