PAOLO DI GRAZIA E DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Morto sulla montagna che amava: “Lucio Montanarini, generoso ed entusiasta”

Incidente durante un’escursione sulle Alpi Apuane, il corpo del 33enne mantovano di Pecognaga ritrovato ai piedi di una parete. Il cordoglio del Cai: “Aveva risposto a un nostro annuncio per dare una mano al rifugio isolato. Uno choc”

Lucio Montanarini

Lucio Montanarini

Pecognaga (Mantova) – Aveva risposto a un annuncio su Facebook del Cai di Viareggio che cercava un giovane disposto a effettuare un servizio sulle Alpi Apuane. La sua generosità, la sua intraprendenza e la sua passione per la montagna lo avevano portato a rispondere a quell’annuncio. Ma proprio quelle montagne della Versilia che tanto amava si sono rivelate una trappola mortale per Lucio Montanarini, 33enne mantovano di Pegognaga. Venerdì pomeriggio era partito dal rifugio del Freo per un’escursione solitaria nel gruppo della Pania della Croce. Un sentiero impervio e impegnativo anche per i più esperti. L’allarme è scattato la sera attorno alle 20 quando il gestore del rifugio Del Freo non lo ha visto rientrare e non riusciva a contattarlo sul cellulare.

Le ricerche effettuate anche di notte non hanno dato esito. Il corpo senza vita del ragazzo è stato ritrovato ieri mattina attorno alle 8 dalla task force delle ricerche. Il corpo di Lucio era alla base della parete che unisce il Callare al Pizzo delle Saette. La salma, una volta recuperata, è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Versilia, dove i familiari sono arrivati per il riconoscimento ufficiale.

Lucio Montanarini, appassionato scalatore, amava così tanto le montagne che quando ha letto l’annuncio del Cai di Viareggio, bisognoso di aiuto a causa della teleferica rotta, non ci ha pensato due volte. Ha lasciato la sua Pegognaga, ha preso le ferie (lavorava all’Eni) e si è fiondato al rifugio “Del Freo-Pietrapana“ di Mosceta, di proprietà della sezione Cai. Era arrivato da 4-5 giorni, mercoledì avrebbe fatto ritorno a casa. La sua passione e la sua generosità resteranno un esempio per tutto il rifugio.

“Abbiamo problemi a rifornire il rifugio di viveri – spiega Stefano Frasca, gestore del rifugio – a causa della teleferica rotta da un anno. Per questo il Cai ha messo un annuncio su Facebook appellandosi a chi avesse voglia di portarci su il cibo, in cambio di vitto e alloggio. Lucio ha risposto e accettato con entusiasmo. Si faceva un’ora di salita, caricandosi sulle spalle uno zaino da 20 chili pieno di viveri. Il resto del tempo lo passava dedicandosi alle escursioni”.

“La montagna è sempre delicata da affrontare – prosegue Frasca – in particolare il Pizzo delle Saette. Non sappiamo cosa sia successo, in quei casi basta un attimo. Posso solo dire che ci dispiace tantissimo. Ci conoscevamo da pochi giorni ma c’era già molta sintonia. Lucio conosceva bene le Apuane, ci veniva anche in inverno, ed era davvero in gamba. Lo consideravamo uno di noi, ci ha toccato da vicino. Un abbraccio ai genitori e al fratello, che come noi speravano nel miracolo”.