DANIELE RESCAGLIO
Cronaca

Bozzolo, il giallo del treno tedesco finito nel fiume Oglio: riemerge il vagone, ma della vaporiera non c’è traccia

L’11 ottobre 1944 la Wehrmacht obbliga due ferrovieri cremonesi a passare sul ponte bombardato sei volte e altrettante riparato, che cede in un giorno di piena precipitando nell’acqua. Le ricerche per permettere il raddoppio della linea Mantova-Milano

Il relitto delle parti in legno e di alcuni pezzi metallici sulla sponda dell’Oglio. La locomotiva che pesa 83 tonnellate non si trova

Il relitto delle parti in legno e di alcuni pezzi metallici sulla sponda dell’Oglio. La locomotiva che pesa 83 tonnellate non si trova

Bozzolo (Mantova) – Il vagone è stato ripescato. La locomotiva è sparita nel nulla. Si tinge di mistero la vicenda del treno tedesco di ottant’anni fa. Una storia che si fa leggenda, come talvolta accade nella Bassa, e riemerge come un fantasma dalle acque dell’Oglio.

Era l’11 ottobre del 1944. I tedeschi gestivano i trasporti bellici su tutta la rete del Nord Italia, sotto occupazione militare. Gli alleati bombardavano linee, ponti e stazioni. Il ponte di ferro sul fiume, bombardato sei volte e altrettante riparato, cede di schianto in un giorno di piena. I binari si schiantano, il treno precipita nell’acqua.

Dentro il fiume finiscono un carro che probabilmente trasportava materiale bellico con la locomotiva a vapore: una bestia di 17 metri e 83 tonnellate, a bordo della quale ci sono due ferrovieri cremonesi, precettati per il servizio: Nello Damiani, 39 anni, e il macchinista Angelo Fincato, di 45. Finiti nel fiume insieme alla grande vaporiera, della quale non c’è più traccia.

Il relitto, pesantissimo, è rimasto inabissato nelle sabbie per decenni, quasi dimenticato. Poi, durante alcune secche negli ultimi anni, erano riaffiorati i respingenti e qualche pezzo in ferro, anche se la necessità di recuperarlo si è fatta più stringente da quando il progetto del raddoppio della linea ferroviaria Mantova-Milano è entrato nella fase esecutiva: per realizzare il nuovo ponte è decisamente necessario il recupero dell’intero relitto.

Un gigantesco escavatore ha portato a termine la prima fase dell’intervento, quella che riguarda appunto il carro: il telaio in ferro, le ruote e alcune parti in legno depositate sulla sponda dell’Oglio. Rimane ora la fase più impegnativa dell’intervento, quella che riguarda la locomotiva che, come detto, sembra introvabile. O il relitto è sprofondato, dato il peso, sotto l’alveo, oppure si è spostato o, ancora, nei decenni passati si è proceduto al recupero, anche se non c’è traccia di altri interventi.

È emerso che tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso si ventilò la possibilità del recupero, ma non si sa se sia effettivamente avvenuto. In quei drammatici giorni dell’ottobre del 1944 vennero recuperati i corpi dei due macchinisti, pare obbligati con le armi dai tedeschi a passare su quel ponte pericolante, nonostante proprio loro, secondo alcune testimonianze, avessero mostrato forti dubbi sulla possibilità di un’impresa del genere. Quello che accadde confermò, drammaticamente, le paure di Damiani e Fincato. Il cantiere, intanto, prosegue anche con la caccia agli ordigni bellici inesplosi. Una volta trovata la locomotiva si procederà comunque alla sua rimozione.