Chat Whatsapp per segnalare le pattuglie della polizia: denunciato l’amministratore

Il gruppo ha riscosso enorme successo: più di un migliaio gli iscritti. Fra loro, però, anche criminali che volevano evitare di imbattersi in posti di blocco

Alla chat che segnalava i posti di blocco erano iscritte più di mille persone

Alla chat che segnalava i posti di blocco erano iscritte più di mille persone

Mantova, 14 settembre 2023 – Chi non ci ha mai pensato, mente. Eppure non è un’idea lecita, se messa in pratica, dato che può portare anche a esiti imprevisti, come mostra l’indagine portata a termine dalla polizia di Mantova. Stiamo parlando del gruppo di Whatsapp in cui veniva segnalata la presenza delle pattuglie della polizia, per evitare multe e controlli nella provincia di Mantova e in quelle vicine: l'iniziativa ha avuto talmente successo che l'amministratore della chat, raggiunto il numero massimo di mille partecipanti, ne ha creata una ulteriore.

Ambizioni di espansione che, però, sono evidentemente arrivate all’attenzione proprio dei soggetti le cui “premure” si voleva evitare attraverso la chat. Da qui l’inchiesta e la denuncia.

L’indagine

Digos, squadra volante e sezione provinciale per la Sicurezza Cibernetica di Mantova  hanno perquisito la casa di Porto Mantovano dell’ideatore dell’iniziativa: qui hanno trovato documentazione informatica utile per le indagini.

La chat serviva ai guidatori più sventati ma, secondo le forze dell'ordine, anche a criminali che volevano evitare di imbattersi in controlli e posti di blocco, visto che fra i membri c'erano anche pregiudicati.

Tra i reati contestati all'ideatore del gruppo c'è quello di interruzione di pubblico servizio, mentre vengono fatti accertamenti sugli altri membri, alcuni più attivi di altri, che utilizzavano anche espressioni insultanti verso la polizia.

Controindicazioni

"Oltre a denotare assenza di senso civico, coloro che hanno diffuso quelle notizie in chat hanno in qualche modo favorito i malviventi che le hanno sfruttate a scapito della sicurezza dei cittadini. Ma una considerazione - ha aggiunto il questore Giannina Roatta - va anche fatta sull'ipotizzata "leggerezza": se non si ha nulla da nascondere, perché mai si dovrebbe temere un normale controllo di polizia?"