Elezioni comunali Lodi: "Noi slegati dai partiti. Penseremo alle famiglie"

Fulvio Curioni candidato sindaco di “Democrazia e sussidiarietà“: la campagna elettorale dei miei rivali non sa più coinvolgere i cittadini

Fulvio Curioni, 62 anni, ambisce alla fascia di sindaco di Lodi

Fulvio Curioni, 62 anni, ambisce alla fascia di sindaco di Lodi

Lodi - Fulvio Curioni, 62 anni, libero professionista fiscalista, residente a Senna Lodigiana è il candidato sindaco di Lodi della lista civica “Democrazia e sussidiarietà”. Preferisce non parlare di sé, ma degli obiettivi: "Ad oggi non esiste una partecipazione reale dei cittadini agli eventi elettorali proposti. Dobbiamo rimediare. Assistiamo a inutili e vecchi strumenti di “contatto“ quali gazebo, aperitivi targati da “presenze“ di personaggi politici incapaci di richiamare attenzione e partecipazione dei cittadini. Grandi proclami per nulla rappresentativi di Lodi e dei lodigiani, rappresentando solo a malapena partiti di appartenenza che tentano di sopravvivere a sé stessi e ai diktat imposti da Palazzo" esordisce, promettendo cambiamento. "Non serve una comunicazione sui social e sui media: ben tre candidati sindaco, attori di questo mandato amministrativo al termine, portano con sé il bagaglio, positivo o negativo, valutabile dai cittadini elettori. Appartengano alla maggioranza nazionale che li vede insieme a governare il Paese, ma divisi al governo della città di Lodi. Poi c’è una candidata sindaca, a rinnovo, spesso concentrata sull’elenco delle cose fatte, soprattutto in chiave ambientalista, con un concetto di famiglia da “mulino bianco“, che stride rispetto alle reali condizioni delle famiglie lodigiane, dimenticate a loro stesse, alle prese con impennate di costi quotidiani di luce, gas, affitto o mutuo, figli da crescere e spesso carenza di lavoro".

Curioni , proponendosi come alternativa civica, ne ha anche per la sinistra: "Nella sua variopinta galassia politica e culturale, tenta di spremere un nuovo progetto con il motto “Lodi siamo tutti“, in un laconico richiamo al populismo, che pare condito da una certa voglia di riappropriarsi di quel potere gestito per decenni e per generazioni, capace di ridurre Lodi a cenerentola nello scacchiere lombardo, sia sotto il profilo economico, che sotto il profilo culturale e sociale, relegandola a fanalino di coda all’ombra della capitale lombarda". "Trovo quindi questa campagna elettorale tutto tranne che partecipata dal basso e questo tema resta fondamentale per l’alternativa da noi rappresentata, vocata al territorio di Lodi, rivolta alla gente comune e a quei cittadini e cittadine che non recandosi a votare, rassegnati o delusi da questi politici di professione, rappresentano ormai la metà degli aventi diritto al voto". La lista promette di mettere al centro dell’agire politico, "la persona, la famiglia, i deboli, l’impresa familiare e artigiana, la bottega, il negozio, soprattutto di vicinato, la cultura popolare, la scienza, la pace contrapposta alla logica demolitrice di una politica attuata da politici non di servizio ma di potere".