Lodi, la Condevo taglia posti. "No ai licenziamenti": sit-in sotto Assolombarda

Lavoratori e sindacalisti in presidio. La produzione viene spostata in Macedonia. Bocciata la proposta di ricorso al contratto di solidarietà. "Non ci arrendiamo"

I lavoratori in presidio ieri pomeriggio sotto la sede di Assolombarda

I lavoratori in presidio ieri pomeriggio sotto la sede di Assolombarda

Lodi – Alla Condevo , azienda produttrice di componenti per caldaie con 3 stabilimenti nel Lodigiano (uno a Marudo e due a Vidardo), 34 dipendenti rischiano il licenziamento. Sono stati avvisati a gennaio, dopo 6 mesi di cassa integrazione finita a dicembre. L’azienda ha deciso di spostare molta produzione in Macedonia a fronte delle nuove regolamentazioni europee che vietano la produzione di caldaie a gas nel territorio UE dal 2029. Là i regolamenti non sono validi e c’è un minor costo per la produzione. Ieri pomeriggio i lavoratori ed i sindacati di Fiom Cgil Lodi e Fim-Cisl hanno manifestato sotto la sede di Assolombarda. Poi i rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato la direzione, ma l’esito non è stato positivo.

"Abbiamo chiesto il contratto di solidarietà – ha riferito al termone Massimiliano Preti della Cgil –, ma l’azienda non ha dato questa possibilità. Siamo molto preoccupati perché la proprietà ha detto che l’azienda non ha futuro e di non poter mettere più soldi per le caldaie a condensazione. Hanno fatto un progetto per un nuovo prodotto ibrido ma è fermo in fase embrionale. Oggi sono stati molto rigidi, in futuro serve un appoggio della Regione. Un primo interessamento c’è già stato, visto che abbiamo ricevuto una chiamata da Guido Guidesi, assessore sviluppo economico della regione, confidiamo nel supporto di altre istituzioni. L’azienda ha detto “no” anche ad ammortizzatori sociali e dicono anche che hanno i magazzini pieni. Oggi sono 34 i dipendenti licenziati, su 110; domani probabilmente saranno altri, non c’è sicurezza. Venerdì alle 10.30 faremo assemblea qui, sotto la sede di Assolombarda. Importante capire quali persone sono vicine alla pensione e capire cosa l’azienda può mettere come cassa, oltre agli aiuti pubblici come la naspi".

I lavoratori presenti non hanno nascosto la rabbia e la preoccupazione, per una situazione in cui non si comprende bene come operare. Alcuni hanno spiegato come l’azienda poteva fare una cassa in deroga per due anni con contratto di solidarietà, ma ha deciso di licenziare per via della preoccupazione sulle nuove normative europee e la conseguente crisi del settore, non accettando tale proposta.

A sostenere i lavoratori sono arrivati anche Massimo Pagani, consigliere provinciale Pd Lodi, Luisa Angela Salamina, segretaria provinciale del Pd e Roberta Vallacchi, consigliera regionale del Pd, che ha detto: “Ho chiesto l’audizione in Commissione Attività produttive, che si è tenuta il 16 novembre, dove la proprietà non si è presentata. In quella occasione, la maggioranza si è impegnata a convocare un tavolo di lavoro che però poi non ha mai riunito. Ora, dopo un mio sollecito scritto, c’è stata l’interlocuzione con i sindacati. Speriamo che a questo punto venga convocato anche il tavolo”.