
Vanes Moro, 41 anni, di Casalmaiocco, sabato allo stadio nazionale di Francia
Casalmaiocco (Lodi), 4 giugno 2019 - «L’emozione più grande è stata suonare, in prima fila, con la mia batteria, “We will rock you” dei Queen, a Parigi, davanti a 55 mila persone che battevano le mani a tempo e cantavano: era il mio sogno da quando avevo 14 anni». Vanes Moro, 41 anni, di Casalmaiocco, sabato scorso, 29 giugno, ha preso parte, allo stadio nazionale di Francia, a “Rockin’ 1000”, evento che prevede, previa selezione, la formazione della più grande rock band al mondo, composta appunto da mille musicisti, impegnati a suonare simultaneamente i brani più emozionanti della storia del rock, davanti ad un pubblico pagante (da 20 a 40 euro).
«Rockin’ 1000 era nato nel 2015 a Cesena, grazie ad un italiano che voleva far venire a suonare in Italia i Foo fighters - spiega Moro - l’operazione è riuscita ed è stata replicata l’anno successivo. Nel 2017 si è tenuto, sotto forma di “summer camp” in Val D’Aosta, nel 2018 a Firenze: sono stati i primi due eventi a cui ho partecipato ma gli spettatori sono sempre stati nell’ordine delle 15-20 mila persone. Per la prima volta, quest’anno, il maxi concerto si è svolto in uno degli stadi più grandi del mondo, dove si sono esibiti tanti big e dove il 5 e 6 luglio suoneranno i Muse: tutti i musicisti partecipano senza alcun rimborso ma si realizza un sogno. Ancora oggi faccio fatica a rendermi conto: tornare al mio lavoro di tecnico commerciale, in ufficio, con giacca e cravatta, non è stato facile».
Moro è partito da casa, caricando in auto moglie, figlio e batteria, mercoledì, ed ha fatto rientro domenica, subito dopo il concerto: «Ero già iscritto e in lista d’attesa dal 2015; superata una selezione, ho partecipato dal 2017. Gli organizzatori ti danno le parti da imparare, i brani in scaletta, dai Queen agli Ac-Dc, dai Blur agli Oasis: i controlli sulla qualità sono severi. Giovedì ho montato la mia batteria allo stadio e venerdì ho preso parte con gli altri 999 musicisti, tutti dislocati nel prato e collegati in cuffia, alle prove, fino a quella generale, con tanto di presentatori, della sera. Sabato prove più leggere e poi il concerto, con lo stadio gremito di gente. L’allerta era ai massimi livelli: nel ‘98 come militare ho fatto il carabiniere e so cosa vuole dire gestire la sicurezza in uno stadio». Moro è molto conosciuto nel Lodigiano anche come volontario di “Operazione ricominciamo”, associazione che aiuta gli sfollati.