ANDREA
Cronaca

Un percorso cartolina della Bassa

Un suggestivo itinerario in bicicletta da Lodi a Turano, attraverso antiche strade e paesaggi rurali. Luoghi storici e natura si fondono in un viaggio di circa 10 chilometri, tra cascine, campi e il fiume Adda. Un'esperienza da vivere in tranquillità e contemplazione.

Maietti

Tempo di bicicletta. Un itinerario? Eccolo, ideale sarebbe in un giorno infrasettimanale. Partenza dalla Gatta, quartiere periferico di Lodi, ai margini della Via Emilia, preferibilmente in poca brigata. Via per la strada "Vecchia Cremonese". La strada serpeggia alta su campi e prati fra cui si insinuano gli antichi silenzi della Morta del Custin, un ramo morto dell’Adda. Dopo circa 4 chilometri si sbocca sulla nuova provinciale per Castiglione. Deviare sulla vecchia provinciale abbandonata, in coincidenza con l’indicazione per la cascina Pompòla (un tempo circondata da sterminati campi di grano rosseggianti di papaveri, in dialetto pumpùle). Qualche biscia o qualche topo di chiavica possono affacciarsi tra gli sterpi ai margini della strada, l’innocua emozione è contemplata dall’itinerario. Ecco Caviaga: qui Enrico Mattei nel secondo dopoguerra fece scavare i primi pozzi di metano d’Italia. Sopra questi campi piroettava negli anni Trenta del secolo scorso l’aereo di Francesco Agello (detentore ancora oggi del record di velocità su idrovolante) nel ghiribizzo di saluto ai suoi compaesani. Prendere il rettilineo per Costaverde, tra campi di orzo già imbiondito e di granoturco appena nato. Sullo sfondo svetta il campanile del santuario della Madonna della Costa; a sinistra sovrasta, sulle case raccolte a crocchio di presepio, quello duecentesco della parrocchiale. Eccoci ancora tra i campi, cascine a destra e a sinistra (nomi curiosi quali "Cascina delle Donne" e "Cascina degli Uomini"). Prima di imboccare l’ultimo rettilineo verso Turano (saranno stati percorsi circa 10 chilometri) deviare a sinistra su una carrareccia costeggiata da pioppi. Ecco una radura e una piccola aiuola, costruita e curata gratis anni fa da un pensionato di Turano, Giovanni Toresani, el barbèta. L’Adda, in basso, sciaguatta cerula (l’aggettivo è del Carducci) dal profondo dei tempi. Dal bosco voci e misteri perduti nell’infanzia. Restare, vale la pena, fino a quando sull’Adda gorgoglierà l’ultimo brivido di sole.