Ucciso dai lavori forzati, omaggio a Mario Spadari

Landriano ha commemorato Mario Spadari, un giovane caporale dell'aeronautica che disertò durante la guerra e morì nel campo di concentramento di Ohrdruf nel 1945. Altri monumenti sono stati eretti in memoria di Nino Negri a Lardirago e di sei deportati garlaschesi a Garlasco. Altri saranno posizionati in provincia per ricordare altre vittime della guerra.

Ucciso dai lavori forzati, omaggio a Mario Spadari

Ucciso dai lavori forzati, omaggio a Mario Spadari

Come caporale dell’aeronautica nel 1940 aveva partecipato alla guerra e all’invasione della Francia ordinata da Mussolini. Ma al momento dell’armistizio scelse di disertare e di raggiungere la famiglia, che nel frattempo si era trasferita alla cascina Malnido, nel Comune di Landriano. E proprio Landriano ieri mattina, nel Giorno della memoria, ha voluto ricordare Mario Spadari nato a Ricengo in provincia di Cremona il 2 novembre 1922 e morto nel campo di concentramento di Ohrdruf il 12 febbraio 1945.

A “tradire“ il giovane Spadari è stata la passione per le ragazze e del divertimento. Il 2 febbraio 1944, infatti, all’uscita dal cinema di Bascapè, è stato arrestato nel corso di un rastrellamento delle Brigate Nere, portato nella sede di Vidigulfo e quindi alle carceri di Pavia. Portato in Germania doveva essere un lavoratore coatto impegnato come meccanico nella fabbrica di areoplani Messerschmitt. Insieme ad altri compagni ha deciso di fuggire e ci è riuscito, ma la sua latitanza è durata solo 5 giorni. Arrestato nuovamente ha cominciato ad essere trasferito da un campo all’altro e assegnato ai lavori più massacranti. E il suo fisico non ha retto. Il 2 febbraio 1945 è stato ricoverato nell’infermeria di Oberdorf e 10 giorni dopo è morto "per insufficienza miocardica aggravata da risipola facciale e gastroenterite acuta di esito letale" come riportato sui documenti. Forse non è stato fatto tutto quello che si sarebbe potuto fare per salvare la vita al 23enne. "Dobbiamo riflettere tutti sugli orrori del passato - ha detto il sindaco Luigi Servida posando in piazza Marconi una pietra d’inciampo dedicata a Mario Spadari -. I più giovani soprattutto devono conservare la memoria affinché quanto è accaduto non torni mai più".

Venerdì mattina anche a Lardirago è stata posata una pietra d’inciampo in ricordo di Nino Negri, che in paese era nato nel 1901, ed è morto a Hersbruck dove ha perso la vita anche Teresio Olivelli. Negri era stato arresrato a Sesto San Giovanni dove lavorava come cameriere e da dove aiutava i prigionieri a raggiungere la Svizzera. A Garlasco, invece, è stato inaugurato il totem in memoria di Giacomo Ferrari, Pietro Gallione, Ezio Grossi, Giuseppe Masserani, Francesco Mazza e Pierino Navoni, i deportati garlaschesi nei campi di sterminio nazisti durante l’ultima guerra mondiale. Da ieri a maggio saranno sei le pietre d’inciampo che verranno posizionate in provincia anche a ricordo dell’operaia Camilla Campana, di Giovanni Pecchi, di Vittorio Achilli e di Peppino Capitani.

Manuela Marziani