
Il sindacalista della Cgil Guido Scarpino
San Martino in Strada (Lodi), 31 maggio 2019 – "Licenziamenti illegittimi". La decisione del giudice del Lavoro è stata depositata il 23 maggio dopo quasi due mesi d’attesa che ha accolto le richieste della Cgil di Lodi. Ancora un colpo di scena sulla vicenda della Pergola, il complesso sportivo-ricreativo di 48mila metri quadrati, finito sotto sequestro a giugno 2018 dalla Guardia di finanza perché all’amministratore unico della società erano stati contestati il mancato pagamento dei contributi Inps per quattro anni e l’omessa dichiarazione dei redditi e per questo affidato alla gestione dell’amministratore giudiziario (si tratta del primo sequestro preventivo per reati non collegati alla criminalità organizzata) e chiuso improvvisamente dal 24 dicembre.
A pagarne le conseguenze sono stati i 45 dipendenti che nel centro di San Martino in Strada lavoravano, che prima di Natale sono rimasti a casa, e che ora, con la decisione del giudice del Lavoro, hanno visto riconoscere i diritti per un licenziamento arrivato senza i preavvisi previsti dalla legge. «Sapevamo che la chiusura di Natale non era legittima - commenta il sindacalista della Cgil Lodi, Guido Scarpino -. La sentenza è chiara: le procedure a tutela dei lavoratori vanno sempre rispettate anche in caso di amministrazione giudiziaria. Con qualche preavviso saremmo riusciti a organizzarci per gli ammortizzatori sociali. Invece in piena emergenza siamo riusciti ad accedere alla Naspi, indennità di disoccupazione, solo dopo due incontri che si sono tenuti in prefettura a gennaio». Il verdetto depositato il 23 maggio ha un effetto immediato e chiede il ripristino dei contratti di lavoro oltre alla maturazione di ulteriori crediti con la società proprietaria.
A decidere però se sarà possibile applicare la sentenza spetterà all’amministratore giudiziario: i cancelli della Pergola sono chiusi da sei mesi e la società non è ancora stata dichiarata fallita. «Se l’attività della Pergola dovesse fallire sarà un problema per tutto il territorio - spiega Vincenzo Moriello, responsabile della legalità per Cgil Lombardia -. L’impresa è colpevole perché ha evaso, ma la situazione doveva essere gestita meglio. Il nostro ricorso vinto determina che «gli atti di licenziamento sono nulli». «Monitoriamo la situazione. Intanto chiediamo all’amministratore giudiziario di fare qualcosa e ripristinare i contratti di lavoro».