
La Golf bianca a bordo della quale è stato ritrovato il cadavere di Roberto Bolzoni (nel riquadro), trafitto da 35 coltellate
Lodi, 23 febbraio 2025 – Prosegue a Lodi la caccia al killer di Roberto Bolzoni, il 61enne residente nel quartiere di San Fereolo, ucciso con 35 coltellate al collo e al volto. Gli amici lo chiamavano “Rambo“. Di lui dicono fosse sempre sorridente e solare.
Era disoccupato da più di 20 anni, quando l’azienda dove lavorava, la Sama di Borgo San Giovanni, era stata chiusa definitivamente. Per decenni ha vissuto grazie all’eredità dei genitori, poi con i sussidi che percepiva il fratello Mario, invalido, morto un paio di anni fa e di cui Roberto si è sempre preso cura.
Da dieci anni era sposato con Li, donna di origini cinesi. “Una bella coppia, non li ho mai sentiti litigare”, ha raccontato una vicina. “Lui l’accompagnava spesso al lavoro, soprattutto quando c’era brutto tempo”. La donna, di poco più giovane, lavora infatti come cameriera al ristorante Hong Kong, in zona Martinetta.
Senza l’amico fedele
“Rambo” non usciva mai di casa senza “Messi”, il suo cagnolino. Lo portava ovunque. Il 61enne passava le giornate tra il bar Seven, la Trattoria del Dosso a Lodi Vecchio, il punto scommesse di via Villani. Anche domenica mattina era passato a bere il suo consueto caffè al bar Seven.
Da lì, si era diretto verso la stazione per raggiungere il centro scommesse. Poi il rientro a casa. Questo è l’ultimo tragitto noto di Bolzoni. La sera, al rientro dal lavoro, la moglie troverà nell’appartamento solo Messi. Nessuna traccia del marito, che non rispondeva più al cellulare.
La scoperta del cadavere
L’indomani la donna decide, con la cognata Iolanda, di presentare denuncia per la sparizione dell’uomo. E martedì passando da piazza Omegna, nota l’auto del marito, una Golf bianca, posteggiata tra gli alberi a circa 150 metri dalla loro residenza. Al suo interno, l’uomo inerme, seduto sul sedile dell’autista e immerso in una pozza di sangue. Sangue c’era anche sull’asfalto. La donna, già debole di cuore, accusa un malore.
L’autopsia, effettuata giovedì a Pavia, ha rivelato che Bolzoni è stato trafitto da 35 fendenti di cui uno fatale alla giugulare. Mancano ancora all’appello gli effetti personali del 61enne: cellulare, portafoglio e chiavi del veicolo, ma anche gli anelli e la collanina d’oro che non toglieva mai. Così come si cerca ancora l’arma del delitto.
L’ultimo segnale tracciato del suo telefonino è alle 18 di domenica, nei dintorni di Cascina Codazza, a 3 chilometri da casa. Molto probabile che vittima e assassino si conoscessero. La Procura di Lodi, guidata da Laura Pedio, prosegue nelle indagini con massimo riserbo. Si scava nella vita e nelle frequentazioni di “Rambo“.