
Un momento della tavolata organizzata (Cavalleri)
Lodi, 16 giugno 2016 - Da Facebook al ritorno alla realtà, da un mondo di migliaia di amici virtuali, spesso misconosciuti, a una cena conviviale. Ora che in economia si annuncia la nuova rivoluzione industriale 4.0, completamente digitale, c’è già chi pensa a come utilizzare i social network per passare dal "libro delle facce" al vecchio tu per tu, dall’indivualismo della rete alle chiacchiere da salotto. È la sfida lanciata tramite Fb dalla psicologa Claudia Sposini con l’iniziativa 'Factory: conosciamo a casa mia': martedì sera ha aperto le porte della propria abitazione, a Lodi, ad amici virtuali, ovvero perfetti sconosciuti, offrendo "cibo e Freud in allegra compagnia".
"Apprezzo molto il mondo di oggi e sto cercando di imparare a usare al meglio le tecnologie e i social: sono già esperta di Whatsapp, devo conoscere meglio Facebook – afferma Alberta Chiesa, pensionata di Salerano, mentre scatta e condivide sui social una foto ricordo – sono cresciuta in un mondo di bigliettini e lettere a mano, di cappotti indossati la sera per andare ad accertarmi che qualcuno stesse bene. Ora, anche se il 90% della mia vita la passo ancora con gente dal vivo, chatto dal mio divano con lo smarthphone: con un messaggio puoi aggiornare tutti". Più «social» gli altri due ospiti: Giovanni Pettorosso, arrivato da Bergamo, ed Ezio Morini, da Sesto San Giovanni: entrambi hanno circa 1.400 amici di Fb. "Ci sono gruppi che condividono una passione, si tengono in contatto coi social e poi si incontrano dal vivo, ma Sposini è pioniera nel far incontrare tra loro persone del tutto estranee. L’evento mi ha subito incuriosito e, una volta accertato che non si trattava di un raduno di psicologi, ho aderito – spiega Morini – uso molto Fb per tenermi in contatto con chi opera nel mio campo, pittori e artisti, ma non possiedo uno smatphone: mi fa impressione vedere i ragazzini che camminano per strada leggendo il cellulare".
"Siamo nati analogici, moriremo digitali – scherza Pettorosso – io sono consulente informatico e devo lottare per limitare l’uso dei social alle mie figlie, coinvolgerle anche in attività nel mondo reale. La cosa positiva è che nei social si trattano tanti argomenti, anche se devi stare attento, aiutandoti magari coi faccini, che la gente non interpreti male ciò che scrivi. C’è infatti anche molta aggressività. Il rischio è di rimanere rinchiuso in un gruppo: solo conoscendosi dal vivo si condivide di più».
"Il rischio è di avere duemila amici su Fb e quasi nessuno nella vita reale, dove invece c’è vero arricchimento personale, dove, come in questo incontro, indipendentemente da età o curriculum, ciascuno porta le proprie esperienze – afferma Sposini, autrice de 'Il metodo anti cyberbullismo' – c’è ancora diffidenza, è giusto fare attenzione, come spiego anche nel mio libro, ai 'fake', le identità fasulle: un figlio chiuso in una cameretta collegato a internet non è, come ritengono molti genitori, al sicuro solo perchè non va in discoteca fino alle 4 del mattino. I lividi che gli possono lasciare certe esperienze nel web non si vedono, ma ci sono. Non per questo bisogna demonizzare i social ma la mia battaglia, nelle scuole e ora, con questa iniziativa sperimentale, anche con gli adulti, è evitare l’isolamento, favorire la socializzazione dal vivo, il contatto umano oltre Facebook".