Ore d’attesa senza sapere come sta il proprio caro, affidato alle cure dei medici. A fare da ponte tra i parenti e i sanitari del pronto soccorso del San Matteo ora ci sono dei mediatori, volontari che avranno il compito di raccogliere informazioni e riferirle. "Accoglienza in pronto soccorso del policlinico San Matteo" si chiama il progetto realizzato insieme a cinque associazioni (Croce Rossa di Pavia, Associazione nazionale vigili del fuoco, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Bliblions e Amici del San Matteo), che si sono messe a disposizione dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 19. Suddivisi in turni da due persone, i volontari chiederanno ai sanitari notizie del paziente e le riferiranno a chi le sta aspettando.
"Il mediatore dovrà sempre entrare e fermare un medico – ha detto Marco Grignani, sindacalista della Uil che si occupa del San Matteo –. Speriamo che l’idea possa servire a limitare alcuni problemi o situazioni spiacevoli che si creano, ma temiamo non sia la panacea di tutti i mali". Non sapere come stia il proprio caro accompagnato al pronto soccorso, infatti, ogni giorno fa andare in escandescenze delle persone che o insultano gli operatori del triage o scagliano pugni contro i muri della struttura.
"Forse questi episodi si ridurranno – ha aggiunto Grignani –, però sarebbe stato meglio se questo compito invece che a dei volontari fossi stato assegnato a un infermiere che sa come muoversi. Peccato che non ci siano professionisti a sufficienza". Tempo fa Mimmo Galeppi, sindacalista storico del San Matteo, aveva pubblicamente denunciato d’aver portato al pronto soccorso un parente e di aver dovuto aspettare ore ed ore senza avere notizie.
"Dopo quella lamentela – ha proseguito Marco Grignani – abbiamo avuto un incontro con la dirigenza e ci hanno illustrato il progetto di accoglienza. In quella sede, abbiamo manifestato le nostre perplessità anche se speriamo di poterci ricredere. La verità è che non si possono far aspettare le persone per 10 ore prima di essere visitate". Nel tentativo di ridurre i tempi e aumentare la soddisfazione dei pazienti, il San Matteo com’era già accaduto ai tempi del Covid, ha chiesto aiuto ai volontari e li ha sottoposti a una formazione per poi rimboccarsi le maniche sapendosi muovere tra i vari percorsi. E presto anche la tecnologia dovrebbe arrivare a dare una mano con "InfoPS", una app farà il lavoro dei messaggeri fornendo informazioni direttamente sul telefono. Nell’attesa ci sono i messaggeri.