
Domenico Chiaro, 57 anni
Lodi, 29 luglio 2016 - Domenico Chiaro, 57 anni, è il nuovo procuratore capo di Lodi. Lo ha deciso a larga maggioranza il plenum del Csm riunito a Roma. Sconfitti gli altri due magistrati in lizza, il pm di Bergamo Carmen Pugliese, 64 anni, e Alessandra Dolci, 55 anni, magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Milano a stretto contatto con Ilda Boccassini. La partita per la nomina del capo della Procura di Lodi, affidata fino a questo momento ad interim nelle mani del sostituto procuratore Sara Mantovani e logorata da mesi dalla carenza di personale, si è chiusa dopo più di sette mesi di reggenza. La poltrona dell’ufficio giudiziario di viale Milano era vacante dal 15 gennaio, quando l’ex procuratore Vincenzo Russo, 73 anni, è andato in pensione.
Dalla quinta commissione per gli incarichi direttivi del Csm, che si è riunita ieri pomeriggio, è arrivata finalmente una proposta unitaria sul nome del nuovo procuratore capo di Lodi. Chiaro a dicembre era stato nominato il nuovo numero uno della Procura di Mantova. Originario di Palermo, entrato in magistratura nel 1983, ha lavorato a lungo a Bergamo per poi approdare a Milano dove ha combattuto le cosche. "Sarò un procuratore presente in città – dice Domenico Chiaro, subito dopo la nomina –. Ho avuto modo di conoscere il Lodigiano dalle cronache che hanno interessato la città nelle ultime settimane. Prevedo di insediarmi a settembre". Chiaro andrà a guidare una procura composta da cinque magistrati giovani. Il sostituto procuratore Sara Mantovani è in magistratura dal 2010, ma nonostante sia ‘fresca’ di toga, è il magistrato professionalmente più anziano in servizio a Lodi. Gli altri quattro colleghi, a cominciare da Laura Siani, che condivide con lei la titolarità dell’inchiesta su Uggetti, sono tutti entrati nell’ordine giudiziario in anni ancora più recenti, come i magistrati Alessia Menegazzo, Emma Vittorio e Nicola De Caria, arrivati negli uffici della Procura di Lodi da un paio di anni. In passato è stato sostituto procuratore della Corte d’appello di Brescia.
Nel corso della sua attività professionale, maturata negli anni, ha accumulato una grande esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata. Nel 2014, quando era a Brescia, si era anche occupato del processo d’Appello nei confronti di Maurizio Iori, l’ex primario di Oculistica dell’ospedale di Crema accusato del duplice omicidio premeditato dell’ex compagna Claudia Ornesi, 42 anni, e della loro figlia Livia, due anni, trovate cadaveri la mattina del 21 luglio del 2011 nel loro appartamento di via Dogali a Crema. Aveva chiesto e ottenuto la conferma della condanna di primo grado (ergastolo ed isolamento diurno per due anni) che era stata emessa a Cremona in corte d’assise il 18 gennaio del 2013.