PAOLA ARENSI
Cronaca

Spara ai gatti, pensionato si difende: "Graffiano l'auto e puzzano". Denunciato

Massalengo, l'uomo maltrattava gli animali da mesi

La carabina sequestrata

Massalengo, 23 giugno 2020 - Gatti morti e feriti a ripetizione. Nei guai un pensionato, che si è giustificato: “Gli sparavo stanco dei graffi e del cattivo odore”. L’uomo, 62 anni di Massalengo, è indagato dai carabinieri della stazione di Borghetto. Risponderà a piede libero per maltrattamenti di animali, nel caso specifico di gatti, con il vincolo della continuazione. I militari sono arrivati a lui, ipotizzando una ritorsione, dopo ripetute segnalazioni del responsabile della colonia finita nel mirino.

Il primo episodio risale al 18 marzo, quando nella zona tra via Amendola e via Fanfulla, proprio dove è presente la colonia, sono stati ritrovati morti due gatti che non presentavano nessuna ferita visibile, mentre un terzo gatto, con evidenti segni di deambulazione, è stato visitato presso la clinica universitaria. Il medico ha quindi rivelato la presenza, nel corpo, di pallini di metallo. Da qui la conferma del maltrattamento. Il 23 marzo il responsabile della colonia ha poi trovato un altro micio che faticava a camminare perché colpito con altro piombo. E dello stesso nucleo di felini, intanto, erano già spariti altri sette gatti.

Il presagio dei maltrattamenti è diventato realtà quando, messo alle strette dagli inquirenti, l’uomo ha spiegato di averli colpiti con la carabina, poi sequestrata, perché stufo dei cattivi odori provenienti dal loro ambiente e dei graffi trovati sulla carrozzeria dell’auto. Oltre alla carabina calibro 4.5 ad aria compressa interessata, nel corso della perquisizione domiciliare sono state trovate e precauzionalmente ritirate altre due carabine calibro 308 e 22, una pistola semiautomatica calibro 308, un’altra semiautomatica calibro 9x21 e un revolver calibro 7.65, oltre a circa 1.000 piombini, tutto legalmente detenuto. Immediato anche il conseguente ritiro del porto d’armi per uso tiro a volo. L’indagato ora rischia da tre a diciotto mesi di carcere e una multa da 5 mila a 30 mila euro.