Beffa per l’ospedale di Codogno: la Maternità si poteva salvare

Il ministro Grillo sconfessa la tesi della Regione

Il ministro Giulia Grillo

Il ministro Giulia Grillo

Codogno (Lodi), 30 marzo 2019  – Beffa per l’ospedale di Codogno: il Punto Nascite, chiuso nella primavera dello scorso anno, si poteva “salvare”. E le cause del “taglio” del servizio non erano legate alla carenza di specialisti di ginecologia ed ostetricia, come era stato ribadito più volte sia dalla Regione che dai precedenti vertici dell’Asst di Lodi, bensì dalla mancanza di un Dea di primo livello. Parola del ministro della Salute, Giulia Grillo la quale ha risposto all’interrogazione che l’onorevole lodigiano Lorenzo Guerini (Pd) aveva presentato nell’aprile del 2018, all’indomani della decisione presa dall’Asst di «sospendere temporaneamente» l’attività del Punto Nascite codognese poiché erano «venuti meno i requisiti minimi di accreditamento e di sicurezza».

Il ministero dunque «sconfessa» Regione e Asst e lascia l’amaro in bocca al territorio della Bassa, di fatto impoverito di un servizio essenziale. «Si tratta di una valutazione dei fatti sostanzialmente diversa da quella che all’epoca era stata proposta dalla Regione, che aveva direttamente collegato alla esiguità del numero di borsisti le difficoltà a trovare specialisti per garantire la copertura dei livelli di organico necessari a consentire la prosecuzione dell’attività al Punto Nascite – sottolinea Guerini –. Nella risposta del ministro si afferma chiaramente che nel caso di Codogno il problema «prescinde da motivazioni di sistema legate alla presunta carenza strutturale e formativa dei professionisti», tenuto conto, tra l’altro, che dal 2014 al 2018 il numero di contratti di formazione medico specialistica in ginecologia ed ostetricia finanziati dallo Stato è aumentato progressivamente del 22 per cento, passando da 240 a 293 all’anno, nell’ambito di un generale incremento delle borse di studio per specializzandi finanziate dallo Stato passate nello stesso periodo da 5mila a 6 mila e 200 all’anno».

Poi la conclusione amara dell’onorevole lodigiano. «Oggi la realtà è che ormai la chiusura del punto nascite è irreversibile, struttura che aveva i numeri per restare attiva (ha sempre superato la soglia dei 500 parti all’anno) e che invece è andata progressivamente incontro alla dismissione». Guerini pone un altro nodo interpretativo sui motivi della chiusura. «La scelta di alcuni anni fa di non dotare Codogno del Dipartimento di Emergenza e Accettazione di Primo Livello, requisito indispensabile perché una struttura ospedaliera ospiti un reparto di maternità, come sottolineato anche nella risposta del Ministro», è stata decisiva in senso negativo.