
L'ospedale di Casale
Casalpusterlengo (Lodi), 23 luglio 2020 - "L'ospedale di Casalpusterlengo potrebbe diventare una punta di diamante e un esempio di medicina territoriale da aprire alla medicina di base". Così il direttore generale dell'Asst di Lodi Salvatore Gioia assicura che il presidio del Basso Lodigiano non chiuderà. Anzi l'ospedale che a marzo scorso è stato svuotato per accogliere i malati di covid, verrà rafforzato con investimenti mirati.
“Il presidio di Casalpusterlengo – dichiara il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia - potrebbe diventare una punta di diamante e un esempio di medicina territoriale da aprire alla medicina di base con l’offerta di letti attivabili direttamente dal medico di famiglia e la disponibilità di letti a conduzione infermieristica, già previsti dai piani nazionali e regionali. I nuovi modelli di assistenza sanitaria e ospedaliera devono necessariamente partire dall’osservazione del bisogno espresso dal territorio e andare incontro a questo bisogno, intercettarlo e trovare risposte. La medicina di iniziativa è il presente e il futuro della medicina e questo dovrà coniugarsi coi modelli organizzativi aziendali che devono essere flessibili e integrati. Noi siamo in una situazione temporale, logistica, di programmazione che veramente può consentire all’Asst di Lodi di rendere più moderna l’offerta progettando un modello da condividere con Ats, Regione Lombardia, enti locali e istituzioni che rappresentano i cittadini, riconoscendo che oggi più che mai ci sono le condizioni per un cambiamento importante”. Intanto l'Asst di Lodi è a lavoro per recuperare circa 50.000 visite ambulatoriali sospese nei mesi scorsi. L’obiettivo è erogare entro dicembre il 100% delle prestazioni sospese durante il periodo di lockdown e almeno il 70% di quanto erogato nel 2019 così come indicato da Regione Lombardia"