Orio Litta, nel discopub una raffica di illegalità

Matrix riaperto senza permesso. All’interno lavoro nero, cibi scaduti e norme di sicurezza non rispettate

L’ingresso del locale Matrix in cui sono state riscontrate irregolarità

L’ingresso del locale Matrix in cui sono state riscontrate irregolarità

Orio Litta (Lodi), 8 dicembre 2019 - Nuovo blitz dei carabinieri al locale Matrix One di Orio Litta: chiusura non rispettata e maxi sanzione. Nella notte del 6 dicembre i carabinieri della Compagnia di Codogno, con il supporto dei Nuclei Investigativi e dell’Ispettorato del lavoro di Lodi e del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Cremona, sono intervenuti nel locale della Bassa che era stato chiuso nel gennaio scorso a seguito di indagini approfondite che avevano smascherato un giro di prostituzione gestito dalla maitresse piacentina di 59 anni G.E. finita poi in manette e ai domiciliari presso la sua abitazione di Ponte dell’Olio.

A seguito di ordinanza del sindaco il locale era stato chiuso, ma l’intervento dei carabinieri un paio di notti fa ha portato alla scoperta dell’inottemperanza dell’ordinanza stessa. Ma non solo. Perché durante il controllo si è scoperto inoltre un lungo elenco di infrazioni sul fronte della sicurezza sui luoghi di lavoro, come l’omissione del documento di valutazione dei rischi, l’assenza d’informazioni e formazione dei lavoratori dipendenti. A ciò , come accertato dai militari, si è aggiunta la mancata stipula di un contratto con i giovani lavoratori messi in servizio al discopub, la detenzione di prodotti alimentari ormai scaduti, la violazione delle norme igieniche e l’inosservanza del divieto di fumo all’interno del locale. Una sequela di norme non rispettate quindi che ha portato ad un ammontare di 28 mila euro di sanzione e alla denuncia di B.F., classe 1974 che dalla chiusura disposta a gennaio, fungeva da legale rappresentante pro tempore della società che gestisce il locale. Il Matrix One, aperto nel 2014 in una ex fabbrica affacciata sulla provinciale 234 Mantovana in località Cascina Marmora, al momento della chiusura di inizio 2019, contava un grosso “giro d’affari” guidato da E.G., conosciuta come “Cristina”, che aveva creato dei privé ad hoc in cui si consumavano rapporti sessuali per un massimo di 400 euro: a frequentare le ragazze, che a volte si recavano a domicilio dei clienti per una tariffa ben più alta, uomini single ma anche sposati, e con figli, o in procinto di farlo e che festeggiavano al Matrix One il proprio addio al celibato con gli amici.

Le indagini erano partite nel gennaio 2018, quando ignoti avevano cercato di incassare un assegno smarrito: il titolare del conto corrente aveva poi ammesso di aver pagato la somma dopo un rapporto con una prostituta. Da qui intercettazioni telefoniche e la scoperta del grosso giro illecito, con la chiusura del locale undici mesi fa e poi il mancato rispetto dei sigilli nei giorni scorsi che ha portato al nuovo intervento dei carabinieri.