Negozi e botteghe in crisi. Ondata di chiusure: "Si guadagna troppo poco"

In centro a Crema perse attività storiche, altre invece si trasferiscono. Confcommercio: "C’è molto pessimismo e discontinuità nei risultati".

Ondata anomala di chiusure in centro. Prima la pasticceria Treccia d’oro, che ha cessato l’attività lunga 70 anni, e l’ortolano in piazza Garibaldi, che si è spostato in via XX Settembre, poi il negozio di articoli sportivi di Roberto Cornalba, in via XX Settembre: dopo 43 anni di attività, negozio libero e in affitto. Non solo: in via Racchetti, di fianco a piazza del Duomo, ha chiuso il Jungle bar mentre in piazzale Rimembranze lo storico bar Verdi. In questo caso ci sarà un subentro. Il locale è stato rilevato da imprenditori di Soncino, che pare abbiano intenzione di continuare l’attività, rinnovandola.

In via Mazzini hanno chiuso i negozi di abbigliamento Roma e Midali, ma solo per spostarsi più in centro. Un altro negozio di abbigliamento si è sostato in via Civerchi, lasciando posto a Business2. Per quanto riguarda i bar, in via Mazzini Bandirali chiude fino a settembre, sembra per mancanza di personale. In piazza Garibaldi Giolina attende che siano finiti i lavori di ristrutturazione del nuovo negozio in via XX Settembre, vicino al Bar Bettolino e Cornalba, per trasferirsi, mentre Pelle e cuoio tra qualche settimana passerà in via Mazzini. In piazza però a breve riaprirà la gelateria Bandirali, rimasta chiusa tutto lo scorso anno.

"Continua a esserci pessimismo in città – riferisce Francesco Spreafico, referente della Confcommercio per Crema – perché non si vede via d’uscita". Ma la città propone manifestazioni molto ben partecipate. "Arriva tanta gente, ma non è detto che il negozio di vicinato lavori: guardano le vetrine, ma non si fanno acquisti. Quest’anno la crisi si sente un po’ di più, anche se ormai è da qualche anno che in generale si ha un calo, i saldi vanno male, la gente ha paura di spendere. Prima la pandemia, poi le bollette, adesso la guerra. E intanto pochi guadagnano moltissimo e moltissimi poco".

Alcuni negozi affermano che non trovano personale. "In parte è vero. La gente ha meno soldi da spendere, i negozi guadagnano di meno e di conseguenza non possono pagare molto e, bisogna dirlo, i giovani non vogliono fare sacrifici. Come vedo il futuro? Non so. Nel mio commercio, io vendo generi alimentari, ci sono giorni che avanzo tre panini e altri intere ceste: troppa discontinuità".