Lodi, 6 febbraio 2018 - "Ci diceva di 'impegnarci' anche quando giocavamo". Nel video diffuso dal gruppo Zucchetti, che ieri ha celebrato gli 80 anni del fondatore, Domenico 'Mino' Zucchetti, e i 40 di quella che oggi è la prima azienda italiana di software, c'è anche il volto familiare, raccontato dai figli Alessandro (conosciuto anche per aver guidato la Camera di commercio di Lodi) e Cristina, del 'patron' che nel 1978 realizzò, per primo in Italia, un software capace di gestire le dichiarazioni de redditi, divenuto strumento indispensabile per i commercialisti d'Italia, seguito poi da altri applicativi per diversi settori d'impresa.
Dai racconti dei familiari e dei collaboratori più stretti emerge il ritratto di un grande innovatore, una sorta di Steve Jobs italiano, da "clonare": "Ricordo che c'erano post it e matite in tutte le stanze della casa" (nel centro storico del capoluogo), afferma il figlio Alessandro, che è stato presidente della Camera di commercio di Lodi. Mino Zucchetti è ritratto come un lavoratore instancabile che ancor oggi, pur avendo nel 2008 consegnato il gruppo ai due figli, stimola nuovi progetti, ha sempre avuto "una grande visione", in anticipo sui tempi, ha creato intorno a sè "un harem di imprenditori" anche se poi, l'ultima parola, è sempre stata la sua. "Figlio di contadini, ha buttato giù tanti Golia", sottolineano alcuni collaboratori, "facendo diventare la sua ignoranza tecnica un punto di forza". "Come nonno? E' un diavolo tentatore - scherzano i figli - ma se gli lasciassimo le nipoti in custodia le perderebbe".