LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Madre e figlio disabile sfrattati ed estromessi dalla graduatoria Aler: “Pronta ad occupare una casa”

A Tavazzano, la storia di Raffaella Colucci, 38 anni, che da mesi cerca un appartamento. “Chiedo solo un tetto e spero in qualche anima buona visto che ci sono tanti locali vuoti”

Raffaella Colucci, madre di Gianluca, con il volpino Birba

Raffaella Colucci, madre di Gianluca, con il volpino Birba

TAavazzano (Lodi), 17 maggio 2025 –  Raffaella Colucci è una madre single di 38 anni, lavora a Linate e soffre di artropatia psoriasica.

Abita a Tavazzano dal 2011 con suo figlio Gianluca, di 17 anni, anche lui affetto da una disabilità, e con il loro volpino Birba. Dal 27 maggio, però, Raffaella, Gianluca e Birba rischiano di trovarsi senza un tetto sotto cui dormire. Saranno infatti sfrattati dall’appartamento in Via I Maggio al 37/B dove abitano dal 2021.

Raffaella da tempo cerca una soluzione. “L’anno scorso avevamo fatto richiesta per ottenere una casa dell’Aler - racconta la donna -.A inizio maggio 2024, eravamo stati messi al primo posto nella graduatoria ma lo scorso luglio, Raffaella è stata estromessa dalla graduatoria.

Tra le cause un debito di 30mila euro, legato ad un incendio che Gianluca aveva provocato nel 2020 all’interno della vecchia abitazione, e l’impossibilità di ripresentare una richiesta per l’assegnazione “di alloggi sociali destinati a servizi abitativi pubblici per i quali, nei precedenti cinque anni, è stato disposto l’annullamento, con conseguente risoluzione del contratto di locazione”, come si evince dal verbale di esclusione dalla graduatoria.

“Abbiamo iniziato a cercare altri appartamenti, ma nessuno è disposto a darla senza un garante. Io sono da sola, non ho nessuno”. E nei comuni limitrofi, dice, “ci sono case comunali completamente libere. Ho chiesto se il comune potesse fare da intermediario per farci avere un alloggio, ma niente”. E dopo lunghi mesi, alla fine uno spiraglio di luce aveva illuminato Raffaella e Gianluca: una casa a Voghera da 110 metri quadri, il cui affitto sarebbe stato di 450 euro mensili. “Una cifra abbordabilissima – spiega la trentottenne -. Ci veniva però richiesto un anticipo di 1800 euro”. Una somma che Raffaella non possedeva e per la quale aveva fatto richiesta all’amministrazione comunale lo scorso 24 aprile. “Purtroppo, il contributo comunale è arrivato in ritardo”.

Poi fa un appello: “Per me l’importante è avere un tetto. Io sto solo chiedendo una mano per trovarlo. Tante case vuote ma nessuno disposto ad affittarle, mi domando il perché”. E aggiunge che per garantire un tetto a suo figlio, “se fossi costretta, occuperei la prima casa disponibile”.