
di Paola Arensi
Il Comitato civico ospedali di Casalpusterlengo e Codogno non ha “digerito“ il doloroso verdetto dello studio portato avanti da Comitato nazionale di ricerca e Università di Bari e Bologna: Lodi è prima, a livello nazionale, tra i territori in cui la mortalità per tumore è più elevata.
Da qui nuovi appelli all’azienda ospedaliera e alla politica, "affinché si riapra al più presto il reparto di Oncologia del Basso Lodigiano e si rivedano fallimentari politiche ambientali che aumentano i fattori di rischio del territorio". "Se abbiamo questo terribile primato, è giusto dare risposte chiare ai malati di cancro che, attualmente, si curano in altre province, facendo i pendolari – commenta il gruppo con a capo il medico Gianantonio Ongis –. È giusto anche rivedere le fallimentari politiche ambientali, dato che la ricerca in questione segnala inoltre che "la mortalità per tumore supera la media nazionale, soprattutto dove l’inquinamento ambientale è più elevato, anche se si tratta di zone in cui le abitudini di vita sono in genere più sane".
Il primo punto su cui si chiede all’Azienda socio sanitaria territoriale di fare chiarezza sono i tempi di apertura del nuovo reparto di Oncologia nel nosocomio di Codogno. "Purtroppo l’Oncologia di Casalpusterlengo è stata chiusa più di due anni fa, nel marzo 2020. È da troppo tempo che si annuncia il nuovo reparto a Codogno, senza però evidenze di un’apertura in tempi brevi. – ricordano e domandano –: Perché non è stata individuata come priorità strategica il potenziamento dei servizi oncologici locali?".
Asst, nell’ambito di una riorganizzazione generale partita da lontano, sta lavorando serratamente per l’apertura del reparto ma, ad oggi, non c’è ancora certezza sulla data di apertura esatta.